Continua il processo di desertificazione urbana, che sta portando alla rapida scomparsa dei negozi di vicinato del dettaglio alimentare dai nostri centri urbani. Parallelamente soffre anche il turismo, con Roma capitale delle chiusure. Lo attestano i dati dell’Osservatorio Confesercenti che chiede un ”ripensamento” delle liberalizzazioni degli orari dei negozi recentemente introdotte.
L’analisi prende in esame i comuni capoluogo di regione: la media di esercizi ogni mille abitanti e’ scesa sotto l’unita’ quasi ovunque, con l’eccezione di Napoli, dove si registrano quasi 2 negozi di vicinato alimentari ogni 1000 abitanti e Cagliari, Bari, Firenze, Genova, Palermo e Venezia, con poco piu’ di un negozio ogni mille persone. Maglia nera a Trento e a Bolzano. In quest’ultimo centro, in particolare, rimangono solo 5 negozi di vicinato di carni e 9 di ortofrutta. Un fenomeno, questo, che il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, attribuisce anche a ”un eccesso di liberalizzazioni che sta cambiando radicalmente il volto delle citta’, trasformando le vie dello shopping tristi rassegne di saracinesche abbassate e di negozi in affitto. Oltre a questo – prosegue – la liberalizzazione degli orari di apertura non ha nemmeno sortito gli effetti previsti dal legislatore: non ha infatti aumentato i consumi che nel 2012, primo anno di applicazione del nuovo regime, sono crollati del 4,3%, cui si aggiungera’ un’ulteriore flessione del 2% nel 2013. Inoltre, l’intervento non ha – come pure era stato sostenuto – adeguato l’Italia alle normative europee: secondo le nostre rilevazioni, infatti, nessuno dei piu’ importanti Paesi della Ue ha un regime liberalizzato quanto il nostro”.
Confesercenti ha raccolto 150mila firme per cambiare il provvedimento. ”La X Commissione della Camera – sottolinea Bussoni – sta esaminando provvedimenti di modifiche a seguito delle proposte presentate da Confesercenti, PD, Movimento 5 Stelle. Ma la proposta formulata dal relatore e’ deludente, in quanto di fatto non modifica lo status quo. Sembra che tutti vogliano modificare la norma, ma che di fatto non si agisca per cambiarla davvero”, conclude l’esponente di Confesercenti. Per quanto riguarda il settore Turismo, Roma si conferma capitale delle chiusure: da gennaio ad agosto nella citta’ sono spariti per sempre 223 ristoranti, record di saldo negativo fra tutte le citta’ italiane con 300 iscrizioni e ben 523 cessazioni rilevate, pari a quasi due chiusure al giorno. Che sommate al saldo negativo di 194 imprese di servizio bar ci consegnano il record di ben 417 imprese polverizzate fino ad oggi. All’Emilia Romagna va la maglia nera per quanto rigurada gli alberghi, con 371 strutture chiuse nei primi 8 mesi dell’anno. La Campania, invece, detiene il recordo negativo italiano con con 289 ristoranti chiusi.