ARCHIVIOStrage in Irpinia 5/: Vertici Autostrade in procura. I pm: «Indagine complessa»

admin01/08/2013
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Irpinia tragedia bus in scarpata

“Stiamo lavorando a 360 gradi ed è troppo presto per dare un quadro della situazione”. Sono le parole del sostituto procuratore Cecilia Annecchini, il pm di turno durante la tragica notte tra domenica e lunedi’, riferite ieri alla folla di cronisti accalcati nei pressi degli uffici giudiziari di Avellino. “Non posso dire altro”, ha poi aggiunto rispondendo a chi le chiedeva il numero esatto degli indagati che, allo stato, non è ancora stato formalizzato e reso noto dalla procura.

 

“E’ un’indagine complessa e stiamo facendo tutti i riscontri necessari” conclude il pubblico ministero, che segue il caso insieme al collega Adriano Del Bene sotto la supervisione del procuratore capo Rosario Cantelmo.

Di certo c’è che Gennaro Lametta, titolare della «Mondo Travel» di Giugliano in Campania, l’agenzia organizzatrice del viaggio e responsabile del mezzo di trasporto precipitato nel burrone sotto il viadotto Acqualonga, è già stato sottoposto ad interrogatorio ieri: suo fratello Ciro era l’autista del granturismo, deceduto anche lui, e la cui autopsia nelle prossime ore fornirà un primo quadro di come siano andate le cose. Nel senso che, una volta che il medico legale incaricato (la dottoressa Carmen Sementa) ha appurato o meno l’eventualità che il conducente sia stato «preda» di alcool e fumi vari, l’indagine si libererebbe di una delle prime incognite che questa drammatica storia continua a presentare.

Certo, c’è da scandagliare ancora molto altro, tant’è che il procuratore capo irpino ha tripartito l’inchiesta in tre filoni principali, per ognuno dei quali è stato nominato un consulente tecnico all’interno di un unico pool di magistrati. Ci sarà cioè da valutare, con l’aiuto di periti ingegneri dei trasporti, la tenuta del tratto stradale –da martedì sera sottoposto a sequestro- in quel preciso punto dell’A16, tra Baiano e Monteforte Irpino; con periti meccanici, le condizioni dell’autobus e valutare la compatibilità della procedura di revisione del veicolo, accertata dalla Motorizzazione civile, con l’effettivo stato del mezzo; con altri consulenti nominati ad hoc, le generali ipotesi investigative nell’evenienza di un errore umano od altro. Non sarà facile e, soprattutto, non sarà questione di poco tempo. Dalla procura di Avellino fanno però intendere che ogni sforzo sarà concentrato per accelerare quanto più possibile.

Il fascicolo, come sappiamo, è stato aperto con due ipotesi di reato, cioè disastro colposo ed omicidio colposo plurimo ma nulla può escludere –nelle stesse previsioni degli inquirenti- che nel prosieguo vengano a formarsi ulteriori fattispecie, a seconda di ciò che i magistrati comunemente chiamano “discovery”, vale a dire la “scoperta” strada facendo di nuovi elementi su cui muoversi. 

I vertici di Società Autostrade per l’Italia intanto ieri mattina sono stati convocati dai magistrati e con loro i responsabili della manutenzione del tratto stradale. I loro avvocati, prontamente giunti dalla sede di Napoli a metà giornata, hanno incontrato i tre pm ed hanno avviato le prime fasi di una “collaborazione”  che non esclude un diretto coinvolgimento dei rappresentanti legali dell’impresa: com’è, del resto, normale che sia.

La conferma che anche i vertici di Autostrade per l’Italia siano iscritti nel registro degli indagati ancora non c’è ma nulla consente di escludere che possano essere presto adottati provvedimenti anche nei loro confronti.

Il punto dolente, diciamo, è il tipo di guard rail utilizzato: il “New Jersey” in cemento con fili metallici interni pare sia indicato per contenere gli urti solo delle autovetture e non dei mezzi più pesanti. Intanto il Comune di Pozzuoli si costituirà parte civile insieme alle famiglie delle vittime nel processo che dovrà individuare le responsabilità della strage.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” dell’1 agosto 2013)

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