ARCHIVIOProcura a senso unico a Salerno: liste democratiche sospette, ma i pm indagano solo sul Pdl

admin10/08/2013
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2013/03/Tribunale_Salerno.jpg

Tribunale Salerno

C’è una situazione un po’ particolare in Campania in materia di indagini sulla politica: la procura di Salerno tiene sotto scacco il centrodestra con almeno due inchieste pesanti che, in origine, sembravano stessero terremotando il mondo. Infiltrazioni della camorra nelle amministrazioni (vedi Cava de’ Tirreni e Pagani), corruzioni, concussioni, abusi di ufficio. Risultato? Zero, almeno rispetto alle previsioni: un tribunale ha già detto che si trattò di posti di lavoro ottenuti su raccomandazione.

Intanto le giunte erano crollate o andate in crisi e il corso della politica irrimediabilmente compromesso. Poi si è passati al lavoro su vasta scala, con l’indagine sul tesseramento per il congresso del Pdl dello scorso anno. Migliaia e migliaia di iscrizioni passate al setaccio, dopo regolare sequestro con blitz, per capire se vi si annidassero delinquenti, mafiosi e a che titolo questi fossero stati iscritti e in cambio di cosa: ipotesi suggestiva, seppur complessa da far rientrare nelle fattispecie penali.

 

L’inchiesta ha travolto elementi di spicco della politica campana e nazionale, come il deputato Edmondo Cirielli (proprio ieri ascoltato dai magistrati), il colonnello dei carabinieri, l’ex presidente della Provincia, l’ex capo indiscusso del Pdl (oggi è ai vertici di FdI), l’ex presidente della commissione Difesa a Monte Citorio e, ancora oggi, uomo forte del centrodestra a sud di Napoli. Un congresso stravinto sulle truppe di Mara Carfagna.

Per la procura, Cirielli avrebbe favorito la moglie di un presunto camorrista facendole vincere un concorso alla Provincia in cambio di un pacchetto di tessere. Roba complicata da dimostrare. Si vedrà.

Il punto è che, scorrendo gli elenchi degli iscritti partecipanti alle primarie del Pd -da ultime quelle di dicembre 2012- si leggono nomi, indirizzi e iscrizioni con versamento dell’obolo al cui confronto i tesserati Pdl appaiono educande in convento. In particolare, nell’area sud di Salerno (vedi il caso Eboli) Libero ha consultato gli elenchi ufficiali e vi ha letto nomi di gruppi familiari legati alla camorra o ai rom; interi nuclei di dipendenti di società miste o di strutture private legate a sindaci, assessori e manager targati Pd. Per non dire di centinaia di lavoratori agricoli marocchini, pakistani, indiani, serbi, romeni, ucraini costretti dai loro «padroni» in affari con le amministrazioni Pd a farsi ore di fila per votare Bersani o Renzi: così come compaiono questi stessi boss «agrari» attivamente impegnati nella battaglia democratica. A Salerno città, poi, c’era anche di peggio. Realtà nota a tutti, magistratura compresa: ma non si è mossa foglia. Diversità di lettura. 

Il pm operante sul Pdl si chiama Vincenzo Montemurro noto anche per un look «alternativo», in conferenza stampa a volte arriva con occhiali da sole, capello gelatinato, jeans a sigaretta e sciarpone al collo a mo’ di kefiah: proviene dalla procura di Potenza, dove intratteneva solidi rapporti con Woodcock e De Magistris.

A capo della procura c’è stato Franco Roberti, prima di diventare pochi giorni fa coordinatore nazionale Antimafia, eletto dal Csm con i voti dei laici di centrosinistra e dei colleghi togati.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 10 agosto 2013)

admin

Leave a Reply