Stavolta non ci sono Ruotolo e Santoro a venderlo al grande pubblico come il pm dalla schiena dritta vittima dei poteri forti. Non c’è neppure Travaglio a spianargli la strada a suon di manganellate e non si vedono le decine di giornalisti che per anni gli hanno battuto le mani ad ogni starnuto. Se Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, non si inventa qualcosa nel volgere di breve tempo la situazione rischia di esplodergli tra le mani. Con esiti, stavolta, più imprevedibili del solito.
Dopo la celebre «Cuggiggina», cioè la cugina per parte di madre casualmente assunta nello staff di un assessore, l’ultima rogna, probabilmente la meno significativa ma di certo una delle più «mediatiche», gli deriva dal fratello Claudio (con il sindaco nella foto “pressagency” in alto): sarà De Magistris minor, infatti, a dirigere il Forum delle Culture, con un contratto da circa 40mila euro. Non c’è evento a Napoli che non passi attraverso il fratello, professionista della comunicazione da sempre, prima ancora che il fratello maggiore facesse quel che ha fatto tra Catanzaro e Napoli.
Concerto di Springsteen, Coppa Davis, Giro D’Italia, America’s Cup e chissà cos’altro. Lo faceva a titolo gratuito, così dicono, oggi le cose sono cambiate. Si dirà: e dov’è la notizia dal momento che, abbracciando l’infallibile Flaiano, nella bandiera italiana da sempre sta scritto “Tengo famiglia”? Infatti non c’è, almeno non ci sarebbe quanto sembra: ma tutto discende dalle caratteristiche del personaggio, ex pm (con i risvolti che conosciamo) fattosi politico grazie ai vantaggi derivanti dalla «moralizzazione» della vita pubblica.
«Mio fratello è un professionista validissimo, lavora ed ha diritto ad un salario»: così ha detto il sindaco in una lunga nota diramata ieri via Facebook, a metà tra (l’apprezzabile) amore fraterno e il tentativo di cavarsi d’impaccio. Troppo tardi: le polemiche, soprattutto di larga parte del suo elettorato abituato ad un’idea irreale della vita politica proprio da tipi alla De Magistris, lo stanno seppellendo. Ininterrottamente. Tra l’altro, Claudio De Magistris è anche indagato dalla locale procura per alcuni appalti degli eventi interni al village per l’America’s Cup, insieme all’establishment napoletano.
I suoi assessori residui pure sono finiti nelle grinfie della magistratura per vicende imbarazzanti: ma lui li avrebbe «perdonati». Per cose così, il De Magistris maggiore era in prima serata ad Annozero o scriveva editoriali di fuoco sul Fatto e l’Unità o urlava dai palchi dell’Idv. Oggi se li ritrova contro (più o meno) e uno che ha fatto il pm dovrebbe iniziare a preoccuparsene: in genere anticipano cose molto più brutte.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 22 agosto 2013)