SALERNO- Sul tema “Il geometra del futuro. Formazione pratica in gestione e controllo del territorio in un’ottica di area vasta” si è svolta questa mattina la lezione conclusiva della prima edizione di Geoforma, il percorso formativo teorico-pratico per giovani geometri, organizzato dall’ANCE Salerno e dal Collegio dei Geometri di Salerno.
Ad introdurre i lavori sono stati Antonio Lombardi, presidente ANCE Salerno e Francesco Amendola, presidente del Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri laureati. Presenti anche il direttore scientifico del progetto formativo, Pasquale Persico e il consigliere nazionale del Collegio dei Geometri Giuliano Villi.
Sul tema Il ruolo degli Enti nella formazione dei giovani geometri sono inoltre intervenuti l’Onorevole Fulvio Bonavitacola, e l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Salerno Domenico De Maio.
Il presidente Lombardi si è soffermato sulle difficoltà contingenti del mondo delle costruzioni, sottolineando che «le imprese, come i giovani professionisti, hanno oggi più che mai bisogno di certezze. Il presidente del Consiglio Letta, tornando da Bruxelles con la nuova disponibilità di risorse, ha detto che ora non ci sono più alibi per evitare le assunzioni. È il segno evidente che nella classe politica ancora non c’è la minima percezione di quanto sta avvenendo». Ha rimarcato le enormi difficoltà rese ancor più intollerabili «dai tesoretti su cui siamo seduti e non siamo capaci di utilizzare: 30 miliardi di fondi europei, più di 5 solo in Campania», quindi ha ribadito «che occorre puntare sui giovani che sono la vera risorsa di questo paese. Il decreto del fare dovrebbe chiudere questa strana denominazione con i puntini sospensivi, giacché di concreto abbiamo fin qui visto davvero poco, tranne la cancellazione del ponte sullo stretto di Messina».
Il presidente Amendola ha annunciato che il Collegio nazionale dei Geometri ha avviato un’attività di monitoraggio sull’iniziativa Geoforma, per valutare la fattibilità di un percorso formativo analogo a livello nazionale. «Siamo stanchi – ha poi aggiunto – di sentir parlare di crisi. Vogliamo vederla in positivo: la crisi è anche apertura delle menti e delle idee. In tempi di crisi è possibile lavorare di più e meglio sul costruito. Stiamo vivendo un momento di transizione: Geoforma vuole essere uno strumento per aiutare i giovani professionisti a rapportarsi con i loro interlocutori istituzionali e con il mondo del lavoro».
L’onorevole Bonavitacola ha evidenziato la strategicità dell’edilizia in questo particolare momento di difficoltà economica: «Occorre puntare all’aumento del bagaglio delle nostre conoscenze – ha detto – e fare scelte strategiche. La crisi non si combatte con gli F35 e il ponte sullo stretto. Si combatte sostenendo le costruzioni attraverso investimenti che guardino alla manutenzione straordinaria ed alla messa in sicurezza degli immobili esistenti. Per questo mi farò promotore di specifici emendamenti al cosiddetto “Decreto del fare”».
Il professore Persico, sempre in tema di crisi, ha auspicato «una esperienza di governance del territorio più grande che insegni a giovani e meno giovani a vedere ciò che fino a ieri non vedevamo per vivere la crisi in termini di opportunità ed avere una diversa visione prospettica del territorio e delle sue potenzialità».
L’architetto Iole Giarletta del Comitato scientifico Geoforma ha illustrato il progetto formativo Geoforma soffermandosi sull’obiettivo fondante di creare una professionalità diffusa sui temi dell’area vasta, tale per cui tecnici ed esperti con diverse competenze abbiano un visione comune di sviluppo del territorio.
Subito dopo il dibattito, i 24 giovani partecipanti a questa prima edizione hanno illustrato brevemente le attività di stage svolte presso enti ed uffici pubblici della provincia di Salerno.
Unanime l’auspicio di un intervento politico volto alla semplificazione del quadro normativo, troppo spesso (e più che mai nel governo del territorio) caratterizzato da una pletora di leggi susseguitesi nel tempo, senza alcun efficace coordinamento, che finiscono per fomentare dubbi interpretativi e ritardare, se non frenare, gli ambiti di operatività.