AVELLINO- Si e’ innamorato e lo ha dichiarato pubblicamente prima che il pettegolezzo prendesse il sopravvento. Il problema diventa un po’ piu’ complicato quando, a fare outing, e’ un sacerdote che e’ anche il parroco del Santo Rosario, chiesa e parrocchia di riferimento dell’Avellino ‘bene’, quella della borghesia professionale che ha casa e studio su Corso Vittorio Emanuele.
Don Giovanni Botta, (foto) 60 anni, apprezzato studioso dei Vangeli e riferimento della comunita’ neocatecumenale di Avellino, ha deciso di rompere gli indugi ed uscire, con una scelta coraggiosa, dall’equivoco.
”Non e’ stato facile – ha scritto al quotidiano Il Corriere di Avellino per il quale commentava ogni domenica le letture del Vangelo – ma intendo essere onesto fino in fondo, anche se le scelte contro corrente faticano ad essere accettate”. In pratica, don Giovanni, come ha poi aggiunto in una intervista rilasciata ad una emittente avellinese, lascera’ il sacerdozio per andare a vivere con la donna di cui si e’ innamorato, una cinquantenne originaria di Torino, da tempo residente ad Avellino.
”Un legame – spiega – che e’ cresciuto sulla base di una stima reciproca e che e’ diventato sentimento, condivisione e amore”. Prima che a giornali e televisione, don Giovanni, (”nomen non est omen, in questo caso”, spiega lui stesso), aveva comunicato la notizia ai suoi collaboratori e al nutrito gruppo di fedeli con i quali, per anni, ha condiviso lo studio del Vangelo e dei canti gregoriani nella parrocchia del Rosario: ”Ho inteso essere sincero con loro e, quasi tutti, mi hanno espresso solidarieta’, anche apprezzando il mio coraggio”.
La curia avellinese, guidata dal vescovo Francesco Marino, non commenta la vicenda di don Giovanni. La parola adesso passa alle procedure: il sacerdote chiedera’ la dispensa dai voti e lascera’ Avellino per trasferirsi altrove. Con un rimpianto: ”Mi dispiace lasciare questa citta’ ma voglio essere cristiano coerente fino in fondo. A chi si appresta a giudicarmi con facilita’, mi permetto soltanto di ricordare di non aver tolto credibilita’ e prestigio al clero irpino. Anche per questo, non ho alcun motivo di sentire vergogna per la mia scelta”.
(ansa)