ARCHIVIOIl frullato di Farinetti: Eugenio Scalfaro

admin04/06/2013
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Gaffe Farinetti Oscar

La puoi leggere con gli occhi dello psicoanalista oppure con quelli del pubblicitario che va sempre di fretta: fatto sta che lo scivolone dei creativi ingaggiati da Oscar Farinetti patron di Eataly, la catena di eccellenze alimentari con punti vendita in Italia e all’estero, lascia aperta la porta a più di un’interpretazione.

 

Si trattava di celebrare il 2 giugno e il figlio di un partigiano come Farinetti, potendoselo permettere, aveva deciso di comunicarlo in grande. Compra, infatti, due pagine di pubblicità dalla Repubblica e dal Messaggero e, al centro del messaggio augural-pubblicitario, si stagliano le foto dei 19 presidenti della repubblica susseguitisi in Italia, ai quali era abbinato un piatto tipico della nostra favolosa gastronomia. Arrivati all’undicesimo, cioè ad Oscar Luigi Scalfaro, scatta lo svarione (foto): invece del novarese Oscar, qualcuno, andando in automatico, scrive “Eugenio Scalfaro”, il noto Barbapapà di Repubblica, che da Scalfaro differisce per una “i” finale nel cognome.

Sindrome del fondatore – e qui scatta lo psicanalista- o complesso che dir si voglia, quel che è certo è che tra capi servizio, grafici, correttori di bozze e creativi vari, non s’è ancora capito cosa abbia potuto determinare l’esilarante circostanza di un errore a metà strada tra la gaffe e la comica. Capita nelle migliori famiglie a quanto sembra.

A meno che il Farinetti Oscar, notoriamente loquace anche per ciò che concerne la politica italiana, non abbia inconsciamente voluto prendere – e qui ritorna Freud- due piccioni con una fava, seguendo un percorso logico di questo tipo: «Hanno tutti e due lontane origini calabresi, il fondatore ha amato tantissimo il presidente più antiberlusconiano della storia italiana, in fondo Eugenio potrebbe meritarsi un ruolo ulteriore rispetto a quello di fondatore della corazzata debenedettiana, magari al Quirinale, perché no?». Da onirico il messaggio si fa concreto: e va in rotativa, poi in edicola, quindi ovunque.

Ovviamente si tratta di allegre illazioni perché un errore, seppur blasonato (diciamo) rimane un errore. Un errore «più eguale» degli altri.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 4 giugno 2013)

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