NAPOLI- Legge 150, Carta di Firenze, fondi Corecom, scuole di giornalismo. Il Coordinamento dei giornalisti precari della Campania chiede risposte chiare al neoeletto Ordine regionale in merito alle priorità della categoria, abbandonate ormai da diversi anni.
Lunedì 3 giugno, alla presenza di soli 7 consiglieri su 12, è stato eletto presidente Ottavio Lucarelli (foto) e sono state distribuite le deleghe. Al confermato presidente è stata affidata la delega su disoccupazione e precariato. Il Cgpc ricorda che il Consiglio dell’Ordine campano è uno di quelli che non ha ancora presentato esposti sulla base della Carta di Firenze. Un assurdo se si considerano le decine di testate che non pagano i collaboratori. Al presidente, il Coordinamento ricorda anche che né la Regione né i Comuni rispettano la legge 150 sugli uffici stampa istituzionali e che rientra nei suoi doveri un’azione di pressione sulle Istituzioni affinché lo stato di cose cambi. Chiediamo inoltre, che si ponga fine al tessirinificio degli ultimi anni, si proceda al controllo delle ritenute d’acconto per rilevare le irregolarità delle pratiche e si lavori alla realizzazione di un elenco dei collaboratori esterni, così da poterne monitorare lavoro e retribuzioni.
Al consigliere Rossana Russo, cui è stata affidata la delega per i rapporti con le emittenti private, il Cgpc chiede che ci sia finalmente una vigilanza sulla distribuzione dei fondi Corecom, visto che in Campania esistono emittenti che dopo aver preso soldi pubblici hanno messo in cassa integrazione tutti i dipendenti. Al consigliere Pino Di Martino è stata affidata la delega alla multimedialità. Ci aspettiamo l’immediata apertura di un fronte contro quelle testate on line, la stragrande maggioranza, che non pagano i giornalisti, a partire dai portali delle principali testate cittadine.
In ultimo, il Cgpc chiede al consigliere Vincenzo Esposito, cui è andata la delega al master in giornalismo del Suor Orsola Benincasa, di conoscere in tempi brevi i termini per il rinnovo della convenzione con l’ateneo napoletano. L’apertura di due scuole di giornalismo in questa regione, avallate dall’Ordine, ha prodotto solo ulteriore disoccupazione e, con il sistema degli stage gratuiti, ha tolto opportunità di lavoro alla vastissima platea di giornalisti precari.
Accogliamo con favore il fatto che i neoeletti abbiamo preso ispirazione dal programma del Coordinamento e abbiamo rinunciato al gettone di presenza. I consiglieri completino l’opera e facciano confluire i soldi risparmiati in un fondo anti-querele da istituire a sostegno di free lance senza tutela legale. Visto lo stato cui è stata ridotta la professione, ci aspettiamo dal nuovo Ordine dei giornalisti azioni concrete e significative e non solo inutili chiacchiere.
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