”Entro 1.000 giorni non ci sara’ piu’ il Servizio Sanitario Nazionale pubblico”. E’ quanto sostiene FederAnziani, la federazione delle associazioni della terza eta’, attraverso il suo Centro studi di economia sanitaria. La tesi parte dagli studi del ministero della Salute e dell’Agenas pubblicati negli ultimi giorni, nei quali e’ provato un netto aumento al ricorso al privato a pagamento, in quanto ”piu’ veloce ed economico” rispetto al pubblico.
”In verita’ – dichiara il Presidente di FederAnziani Roberto Messina – si deve ricorrere al privato perche’ con questi aumenti attraverso ticket e superticket e viste le lunghe liste d’attesa il pubblico ha di fatto scaricato i cittadini italiani”.
Di qui la denuncia: ”senza un deciso cambio di rotta e l’abolizione del titolo V, in meno di 3 anni lo Stato non potra’ piu’ garantire il Servizio Sanitario”. Non solo: ”Il SSN – prosegue la nota – non puo’ continuare a sostenere ‘costi inutili’, come le staminali, che inducono nella popolazione false speranze per sostanze e terapie erogate senza tener conto degli aspetti regolatori. Cosi’ facendo si rischia di finire nel Far West. Le cure devono essere di comprovata efficacia e sicurezza e non essere immesse sul mercato e somministrate ai pazienti senza studi completi”.
E ancora, per facilitare i piani di rientro, alcune regioni, come ad esempio la Campania non permettono piu’ ai loro cittadini di curarsi nelle altre regioni dove c’e’ eccellenza. ”Occorre ridare centralita’ al sistema – conclude Roberto Messina – indire gare nazionali e perseguire l’uguaglianza delle prestazioni sanitarie nel Nord-Centro-Sud”.