NAPOLI- Eduardo Scarpetta nel suo libro di memorie Cinquant’anni di palcoscenico, si riprometteva di cambiare radicalmente la struttura della commedia napoletana. Gli attori dovevano attenersi fedelmente al copione ed evitare quelle lunghe e, alla fine, noiose recitazioni a soggetto che avevano sino ad allora caratterizzato la farsa napoletana. Era convinto inoltre che non la plebe, triste e immiserita protagonista, può essere fonte di comicità nella commedia, ma la borghesia con le sue ridicole contraddizioni e con il suo linguaggio semicolto che oscilla tra lingua forbita e dialetto.
Quindi, come già avveniva nel teatro in lingua, Scarpetta diresse la sua attenzione alle pochades e ai vaudevilles di cui conservava l’impianto di base, modificandone però la trama, l’ambiente e i personaggi, quest’ultimi attinti alla realtà sociale napoletana del suo tempo , alla tradizione del teatro dialettale e persino a certi personaggi dell’antica commedia dell’Arte, con il risultato che le versioni napoletane degli originali francesi riuscivano per il pubblico superiori per interesse e comicità. La scena veniva allestita in maniera lussuosa e gli attori indossavano costumi sgargianti e sfarzosi e adottavano una recitazione più agile e spontanea. Uno di questi geniali rifacimenti è ‘Li nepute de lu sinneco’ versione italiana di ‘Le droit d’un ainé’ su cui Scarpetta lavorò a lungo ; nel 1885 la commedia fu rappresentata per la prima volta al teatro Fiorentini di Napoli, ed ebbe un grandissimo successo. “Li nepute de lu sinneco” è la storia travolgente dei due nipoti, maschio e femmina, di Don Ciccio Sciosciammocca, sindaco di Pozzano, impegnati in astuti giochi di travestimenti , fughe e imbrogli. Nel corso della commedia la trama si complica sempre di più, fino ad arrivare dopo vari divertenti intrighi, al lieto fine che caratterizza sempre la produzione di Scarpetta.
La scelta di rappresentare questa commedia nasce dal mio desiderio di sperimentare testi della nostra tradizione, che ormai molto poco vengono rappresentati dal teatro professionistico, cercando di portare in essi la modernità solo attraverso il ritmo e la recitazione di attori del nostro tempo ma senza nulla modificare dell’impianto originale fatto di lazzi e situazioni che non hanno alcuna collocazione temporale. Seguendo questa linea, per la scelta delle musiche mi sono avvalsa di testi scritti da Salvatore Di Giacomo e musicati dai maggiori autori della fine dell’ 800 (Costa, Tosti, Valente, De Leva), ma interpretati da un cantante “moderno” come Sergio Bruni. Ho utilizzato inoltre alcune tarantelle (da sempre il simbolo più acclamato della nostra tradizione): quella di De Lauzieres, e una tarantella Sorrentina vicina all’ambientazione che Scarpetta diede a questa commedia.
Gabriella Cerino
CIRCOLO TEATRO ARCAS
Via Veterinaria n.63
tel. 081/5955531 – 346.2100916
dal 29 maggio al 2 giugno 2013
ore 21,00 – domenica ore 18,00
MOVIMENTIDISCENA
presenta
Peppe Celentano Gabriella Cerino
Michele Danubio Gioia Miale
in
LI NEPUTE DE LU SINNECO
di E. Scarpetta
con
(in o.e.)
Marcello Raimondi
Bruno Flora
Lorena Bartoli
Diego Sommaripa
Antonio Stoccuto
Vittorio Passaro
Nico D’Agostino
Maria Sannino
Alessia Capasso
Carlotta Carpentieri
e con
Gianni Sanseverino
REGIA
GABRIELLA CERINO
SCENE ARMANDO ALOVISI
COSTUMI C.T.N. 75 di V.zo Canzanella