NAPOLI- Dall’avvocato Raffaele Di Monda (foto) riceviamo e pubblichiamo: «Il sempre piu’ forte auspicato ridimensionamento del carattere custodiale del carcere ed il potenziamento dei meccanismi rieducativi altro non faranno che sfoltire semplicemente la popolazione detenuta alleggerendo gli istituti penitenziari ormai saturi.
Una manna dal cielo per un Governo in crisi economica ed alla ricerca disperata di risparmi di cassa. Ma al contempo per i cittadini NORMALI la mancanza assoluta di certezze soprattutto nel diritto aumenterà la disaffezione verso la politica , seppur tecnica, cementificando ancor di più il concetto di ‘’deresponsabilità governativa’’. Nella vita di tutti i giorni gli uomini e le donne NORMALI auspicherebbero un attività politica tesa alla salvaguardia assoluta dei diritti di ogni cittadino con una regolamentazione seria severa e certa sui doveri di tutti. Troppo facile scarcerare criminali per ottenere lo sfoltimento delle carceri ad uso e consumo di pochi. E quando si fa riferimento ai pochi eletti al godimento di azioni scellerate come queste, ci si rivolge ai politici senza alcun riferimento alla popolazione detenuta. Alla quale dovrebbe essere garantita in modo assoluto dignità e decenza nella ‘’ospitalità’’ in carcere. Ma scappare da responsabilità e doveri con atti di fittizia indulgenza è tipico di una nazione senza forti e sani principi ma ‘’piena’’ di sconsiderato falso moralismo e sociologia d’accatto.
La nostra proposta di riforma normativa, volta alla ricerca di una pena certa, non deve considerarsi persecutoria ma protettiva per la cittadinanza. Primario obiettivo è garantire certezza della pena solo a seguito del definitivo accertamento della responsabilità dell’indagato. Solo chi viene riconosciuto colpevole dei reati dovrà pagare il prezzo certo ed ineluttabile della sua condotta. Da qui anche la proposta di limitare le misure di custodia cautelare durante le indagini ad ipotesi rigorose e tassative. Troppo spesso si ha il sentore che la Magistratura utilizzi la carcerazione preventiva come strumento volto a fare scontare al presunto reo una pena che quasi certamente a processo concluso sarebbe elusa ed aggirata. Certezza ed inesorabilità della pena, dunque, solo per i condannati!
1) Prevedere, per i reati predatori ovvero di allarme sociale, un periodo minimo di esecuzione EFFETTIVA della pena commisurato alla sanzione irrogata (p.es non si possono concedere benefici prima che il condannato abbia scontato la META’ della pena in carcere). In tal modo anche una pena a due anni di reclusione imporrebbe la necessità di scontare almeno un anno in carcere prima di poter richiedere di accedere a misure alternative
2) Divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti per i reati predatori
3) Restringere da 4 anni a 2 anni la portata applicativa della detenzione domiciliare per i reati predatori.
4) Soppressione dell’istituto della liberazione anticipata che REGALA ai detenuti (e per tutti i reati) un calendario diverso, fatto di nove mesi giacchè di 12 mesi concedendo lo sconto di pena ai detenuti solo ed esclusivamente se hanno dato prova provata della BUONA CONDOTTA. Quindi divieto di concessione dello sconto di pena detentiva a tutti solo per il fatto di non essersi comportati ‘’male’’
5) In sede di cognizione prevedere una specifica aggravante per l’ipotesi di reato predatorio o violento commesso da due o più soggetti (cioè in ragione della maggiore aggressività e carica intimidatoria connessa alla presenza di più persone)
6) In sede di esecuzione, escludere la concessione di qualunque beneficio penitenziario per i recidivi»
Raffaele Di Monda