Defini’ nella conferenza stampa (foto) del 15 gennaio scorso i pentiti “camorristi schifosi che hanno da scontare ergastoli e puntano a salvare i propri patrimoni”. Per queste frasi Nicola Cosentino detenuto nel carcere di Secondigliano (Napoli) dal 15 marzo scorso, rischia un nuovo processo per il reato di diffamazione a mezzo stampa.
A querelarlo uno dei piu’ importanti collaboratori di giustizia del clan Belforte di Marcianise (Caserta), Michele Froncillo, che nell’esposto presentato il 22 gennaio 2013 scrive che e’ ”diffamatorio e offensivo dire ad un collaboratore di giustizia ‘camorrista schifoso”’ in quanto ”il requisito preliminare per poter ottenere tale riconoscimento cui conseguono i benefici di legge e’ il sicuro accertamento del completo e definitivo distacco dalla criminalita’ organizzata”.
“E’ diffamatoria – prosegue il pentito – anche l’attribuzione del fatto determinato dell’aver reso le dichiarazioni accusatorie nei confronti dell’onorevole Cosentino per salvaguardare il proprio patrimonio”.
Il 3 aprile l’avviso di conclusione indagini firmato dal sostituto della DDA di Napoli Ida Teresi e’ stato notificato in cella all’ex deputato; questa mattina i legali di Cosentino Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre hanno presentato una memoria difensiva allegando la requisitoria del pm Alfonso D’Avino e la successiva sentenza della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere in cui il pentito viene definito inattendibile.
Il pm dovra’ quindi decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio. Quel che e’ certo e’ che il 3 giugno sara’ battaglia nell’aula di Santa Maria dove e’ in corso il processo Eco4 essendo in calendario la deposizione di Froncillo.