ARCHIVIOMontepaschi Siena: «Mussari a processo per usura»

admin25/04/2013
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Mussari Giuseppe

Non c’è soltanto Salerno -nel senso di Tito, procuratore capo di Siena– tra le preoccupazioni di Giuseppe Mussari (foto) ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, le cui disavventure è inutile rammentare tenuto conto del diffuso fragore mediatico. C’è pure Salerno in quanto città e territorio provinciale, con relativi uffici giudiziari, in fila per stringere il cerchio attorno all’ex top manager. Un destino che condivide almeno in parte con Antonio Vigni, l’ex direttore generale dell’istituto senese finito pure lui nelle maglie del presunto scandalo.

 

L’ultima notizia arriva dalla procura di Vallo della Lucania, provincia di Salerno. E dice: processate Mussari e Vigni, sono usurai. L’ipotesi di sottoporre i due big della banca rossa alle responsabilità derivanti da uno dei reati più odiosi contemplati dal codice penale -sempre che sia confermato- scaturisce dalla denuncia di un imprenditore di Agropoli, ex cliente della filiale Mps: si era accorto che qualcosa non tornava sui conti correnti, versava danaro ma la misura non si colmava. Solita storia. Un caso come ce ne sono tanti e che, non come altrettanti altri, sembrerebbe esser stato sviscerato attentamente dagli inquirenti, al punto da chiedere un formale rinvio a giudizio.

Il 27 novembre prossimo sapremo se le indagini svolte dal pm Alfredo Greco siano da considerarsi fornite di sostanza. Ipotesi, tra l’altro, non peregrina se si considera la fama del magistrato (il quale, tra l’altro, da un paio di anni vive una surreale vicenda interna al Csm): non un pm d’assalto, cioè di quelli che la cronaca politico-giudiziaria da circa un ventennio ci consegna. Con tutti i disastri del caso. Greco, per intenderci, era ad un passo dal raccogliere il pentimento di Raffaele Cutolo quando coordinava l’Antimafia di Salerno, poi le cose andarono -o furono spinte- in tutt’altra direzione.

Ma come si è arrivati fino a Mussari partendo da una filiale di periferia? La denuncia dell’imprenditore sembrerebbe esser stata molto dettagliata, nel senso che tra anatocismi (interessi sugli interessi) e castelletti vari per gli affidamenti, il quadro è andato edificandosi al punto da configurare l’usura, escludendo però il coinvolgimento dei funzionari locali, considerati meri esecutori di direttive centrali della banca. Incarnate, dunque, da Mussari e Vigni. 
L’usura, si sa, è un reato la cui dimostrazione in sede processuale è particolarmente complicata: i “migliori” processi sono franati dinanzi al tipico difetto italiano, la nebulosità normativa.
A tutto questo si aggiunge la procura di Salerno capoluogo, che indaga su Mussari (e Franco Ceccuzzi, Vigni no) nell’ambito del clamoroso fallimento del pastificio “Amato”. Concorso in bancarotta è l’accusa: il Montepaschi, in pratica, avrebbe concesso crediti all’azienda già sponsor della Nazionale di calcio, mentre era in avanzato stato di decozione. 

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 25 aprile 2013)

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