ARCHIVIOIndagata la superteste di De Magistris

admin24/03/2013
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De Magistris-Annozero

La mitologia la chiama «Nèmesi» per indicare un beffardo scherzo della storia, pronta a ritorcersi contro chi ha compiuto una determinata azione. In genere maligna. Chissà se quanto accaduto a Caterina Merante possa incastrarsi in questo puzzle dialettico: vedersi arrivare in casa i finanzieri, giunti dalla Calabria fino a Milano, per interrogarla sulle stesse materie che fino a pochi anni fa la videro al centro dell’attenzione mediatica, se non configura una nemesi in senso tecnico, ci siamo comunque molto vicini.

 

Ma chi è Caterina Merante e di cosa stiamo parlando? Dell’inchiesta Why Not, la più famosa delle tre “grandi” indagini svolte dall’allora pm De Magistris (nella foto ad Anno Zero di Santoro) quella che fece più rumore di tutte e che più di tutte sconquassò il sistema politico preparando il terreno per la caduta del governo Prodi nel 2008: opera poi completata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, in Campania, con l’arresto della moglie di Mastella, per mano di un network più o meno definito di sostituti procuratori. Il caso De Gregorio e la compravendita di parlamentari, con ogni evidenza, c’entra relativamente. Ma tant’è. 

Caterina Merante, amministratrice e proprietaria di un terzo della “Why Not srl” (poi fallita), l’altro ieri è stata raggiunta a Milano dai finanzieri spediti dalla procura di Catanzaro, che sta lavorando da circa tre anni alla così detta “Why Not bis” o “Contro Why Not”: probabilmente la vera indagine da farsi all’epoca e che, se non fosse stata gestita nel modo che conosciamo, prima e dopo De Magistris, tante cose sarebbero forse andate diversamente. Il pm Paolo Petrolo, titolare del fascicolo, intende far luce sui 13 capi di imputazione (tra i quali truffa aggravata, abuso d’ufficio, peculato, turbativa d’asta) piovuti addosso alla Merante dopo la sentenza di I grado con rito abbreviato emessa dal gup Mellace nel marzo 2010: una sentenza che demolì l’impianto accusatorio e che, tra l’altro, dispose la trasmissione degli atti alla procura per procedere contro Merante ed altri. Troppe cose erano poco chiare: strane regalie a funzionari regionali, rapporti opachi con gli inquirenti, gestione delle indagini -per così dire- allegra, rapporti obliqui tra pm e sistema dei media, modalità e luogo degli interrogatori della donna e via dicendo.

Caterina Merante, vero dominus della “Why Not srl”, è stata sentita in particolare sul bando regionale dal quale poi nacque tutto: una gara che si scoprì esser stata preparata ad hoc con l’intervento di un avvocato romano (poi difensore della stessa Merante) e non dagli uffici pubblici preposti. La prima stranezza fu che chi denunciò il fatto, il dirigente di settore Fragomeni, fu addirittura indagato da De Magistris salvo poi esser assolto, come quasi tutti quelli che finirono nella rete che tanta fortuna politica ha dato all’oggi sindaco di Napoli

Caterina Merante fu ovviamente portata in processione ad Anno Zero (come pure dal grosso dei media locali e nazionali): scenette commoventi dinanzi ad un camino, la superteste attorniata dal solito Ruotolo che incalzava contrito e lei che disegnava lo scenario da Spectre che tanto attizza i Santoro e i Travaglio d’Italia.

Non era vero niente. Sembra invece che sia esattamente il contrario.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 24 marzo 2013)

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