Che le elezioni primarie del centrosinistra siano sempre state una barzelletta, lo si sapeva da tempo. E che le ultime, quelle di pochi mesi, fossero ancora peggio, pure questo era un fatto ampiamente noto. Ma facciamo finta di crederci per un momento, non foss’altro per non turbare l’estasi di chi davvero crede che siano state un «momento di grande confronto civile» piuttosto che la «vittoria della democrazia contro l’arroganza di un sol uomo al comando» e altre scemenze del genere.
Prendiamo il caso di Eboli (ma vale per tutto il territorio nazionale) centro di media grandezza della provincia di Salerno, da sempre governato dal centrosinistra: una veloce scorsa agli elenchi ufficiali conservati nella sede del Pd di Roma dei partecipanti al voto delle primarie (oltre 5mila persone, identificate con nome, cognome e data di nascita) conforta il sospetto che si sia trattato in larga parte di un grande imbroglio, una piccola/grande truffa ad uso e consumo di qualche caporione in danno dell’elettore-tipo (e non solo) di centrosinistra al quale toglietegli tutto ma non la sensazione di essere un cittadino corretto, perbene, democratico ed attivo nel processo di trasformazione della società. Certo, come no.
Un esempio di questa grande festa delle democrazia? A parte che tra le migliaia di persone forzate a fare file estenuanti (salvo poi ritrovarsi in lista, poche settimane dopo, amiche ed amichette di questo o quel cacicco romano o locale, manco fossero le odiate liste del Pdl) si leggono elenchi di nomi di interi ceppi familiari non esattamente raccomandabili (ma il Pd non era il partito degli onesti?), ciò che colpisce in modo particolare è la concentrazione di elettori stranieri ed extracomunitari in un’unica sezione. Si dirà: embè, gli stranieri non possono votare alle primarie? Certamente sì, ci mancherebbe: il punto è che a domandar loro cosa ci facessero nei seggi e chi tra Bersani e Renzi o altri preferissero, la migliore delle risposte è stata «boh! così detto padrone a me di fare». Padrone?
Su oltre 600 preferenze espresse nella sezione “rurale” di Corno d’Oro ben 324 sono di persone dai cognomi più disparati tra l’arabo, il rumeno, l’ucraino, l’indiano, il pakistano, e via dicendo. In molti casi non c’è neppure il cognome, in altri c’è soltanto un nome che risulta aver votato più di una volta, molti avrebbero addirittura fatto l’iscrizione on line e via dicendo. La mano di presunti «insider» dell’ufficio comunale dell’anagrafe solo chi non la vuol vedere non la vede. Una barzelletta, appunto, perché i 300 e passa stranieri che hanno votato per Bersani manco sapevano chi fosse: così era stato detto loro di fare dai soliti latifondisti che li impiegano nei campi per 12 ore al giorno alla modica cifra di 25/30 euro. Quando va bene. Leggere gli elenchi sotto in allegato per farsi un’idea di cosa qui si intenda.
Certo, non si può dire perché il centrosinistra è il regno dell’onestà, della correttezza e della democrazia. Non che dall’altra parte si stia tanto meglio, diciamo però che c’è una distanza siderale sul piano dell’ipocrisia: il che non è affare da poco, almeno per chi dalla politica non si aspetta la nascita dell’uomo nuovo.
Peppe Rinaldi
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