Chissà perché le cose a Napoli sono sempre più complicate che altrove. L’immondizia è prodotta ovunque ma qui la faccenda raggiunge da almeno vent’anni picchi epici; la droga è dappertutto ma qui ci si prende a revolverate come se fossimo in un videogame; le società partecipate ingoiano danaro pubblico da anni ma da nessun’altra parte -tanto per restare sull’attualità- il trasporto locale ha lasciato un’intera cittadinanza appiedata per mancanza di carburante. E il traffico? Al di là della leggenda, non c’è grande città che non ne sia soffocata: ma da nessuna parte (eccezion fatta per altri comuni della Campania) i vigili urbani non possono utilizzare le moto di servizio perché sprovviste di copertura assicurativa.
Sembra incredibile ma è esattamente ciò che è emerso da un recente dossier della Cgil. Su 90 motociclette in dotazione al corpo, solo quattro possono circolare perché la polizza è regolare: per le altre 86 il Comune non è riuscito a trovare una compagnia disposta a sobbarcarsi il rischio. Le gare sono state espletate -fa sapere il capo di gabinetto del sindaco nonché comandante della P.U. Attilio Auricchio– solo che non s’è presentato nessuno con proposte utili: segno che il vecchio luogo comune secondo cui le compagnie, prima di entrare sul mercato, avevano dimenticato che al mondo esistevano i napoletani, non era poi tanto bizzarro.
Niente da fare, al momento nessuna società sembrerebbe disposta a caricarsi il rischio, almeno non in maniera abbordabile per le casse dell’ente: eppure si tratta di forze dell’ordine, di chi l’auto o la moto senza assicurazione te la deve sequestrare, mica di utenti privati storicamente identificati (non sempre a ragione) come i maghi della truffa. E’ un mistero.
Dice Auricchio: «Senza copertura sono soltanto i motoveicoli, i carri gru ed altri mezzi non correlati alle attività di controllo». Il problema è proprio in quel «soltanto», nel senso che ci sono 86 vigili impossibilitati ad intervenire ove occorresse, e un numero indefinito di auto in divieto che nessuno potrà portar via. Precisamente, la situazione è questa: su 17 carri gru, 13 sono senza assicurazione (scaduta da oltre un mese) e quattro in manutenzione. Quindi non ce n’è manco uno per il servizio. Sulle 90 moto, ben 60 sono senza assicurazione dal 31 dicembre, 15 sono da rottamare, mentre le dieci nuove Bmw sono in officina.
E le auto? Qui non è questione di benzina come è stato per i bus, ma sempre di tagliandi scaduti: fermi in garage ci sono 10 furgoncini Fiat Scudo; 12 Fiat Doblò utilizzati per il trasporto mezzi; 4 autocarri Ducati per il trasporto merci; altri 3 Fiat Scudo per il trasporto persone; 4 Panda; 3 Fiat Marea e una Punto. Resterà qualcosa in circolazione? Certamente. Si tratta di una novantina di Fiat Punto prese in leasing, che costano circa 400 euro al mese, assicurazione compresa. Il guaio è che da circa un anno la società che le ha vendute non riceve pagamenti: fino a quando tollererà non è dato saperlo. Molto dipenderà dalla fantasia dell’amministrazione comunale. Che, dopo bus senza nafta, moto e mezzi dei vigili senza assicurazione, nel volgere di qualche giorno dovrà fare i conti anche con gli automezzi dell’Asìa, la partecipata per l’igiene pubblico. Circa 250 compattatori su 600 necessitano di manutenzione: non ci sono soldi, facile che si blocchino in garage pure loro.
Tre lustri e passa di Bassolino-Iervolino, cioè di Pd et similia, hanno sbancato lo sbancabile: De Magistris c’entra solo per meno di due anni, cioè poco ma non per tanto a lungo ancora. Tra movimenti arancioni e rivoluzioni civili, e nonostante passi ore a sfiancarsi per aggredire i guai di Napoli, consegna un saldo negativo tra promesse e realtà viva della terza città italiana. Un lusso che quella minoranza di napoletani che lo votò (uno su due non andò alle urne nel 2010) non aveva calcolato.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 3 febbraio 2013)