ARCHIVIOTubercolosi in carcere, c’è la richiesta di indagine

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BENEVENTO- “Noi vogliamo che la tutela della salute di chi lavora in carcere sia effettivamente esercitata, e non sia solo un argomento che occupa pagine di libri e dispense. Questo a Benevento non e’ avvenuto, per cui chi dirige la struttura deve essere avvicendato perche’ deve mettere coloro che lavorano a stretto contatto con i detenuti – come i poliziotti penitenziari – nelle condizioni di operare con tutte le tutele, a cominciare da quelle sanitare”. Il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) Donato Capece torna a chiedere un’indagine all’Amministrazione Penitenziaria su quanto avvenuto nel carcere di Contrada Capodimonte a Benevento, dove cinque giorni fa quattro agenti sono stati contagiati da tubercolosi da cui era affetto un detenuto.

 

“Il detenuto – aggiunge Capece – era per giunta un lavorante ed era a costante contatto con detenuti, agenti ed altri operatori penitenziari. Ma come e’ possibile che un detenuto con la tubercolosi possa essere ammesso al lavoro interno? – chiede – Come e’ possibile che la Direzione abbia sottovalutato questa cosa? I quattro poliziotti sono risultati positivi agli accertamenti disposti solo dopo che ‘erano scappati i buoi”’

“Non e’ un mistero -prosegue il Sappe- che la prevalenza della tubercolosi, sia essa conclamata o latente, e’ piu’ alta nella popolazione carceraria rispetto alla popolazione generale, per cui e da tempo le organizzazioni sanitarie hanno messo l’accento sulla necessita’ di arrestare il contagio in questa popolazione a rischio”.

”Peraltro -viene rilevato- secondo recenti studi l’alta prevalenza di tubercolosi nella popolazione carceraria contribuisce all’aumento dell’infezione anche nella popolazione generale: i risultati hanno evidenziato una prevalenza 23 volte piu’ alta nella popolazione carceraria per la Tbc conclamata e 26,4 volte piu’ alta per la Tbc latente. Inoltre, l’8,5 per cento dei contagi nella popolazione generale e’ attribuibile a contatti con la popolazione carceraria”.

Redazione Eolopress

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