Nel 2012 il reddito pro capite in Campania è stato il più basso registrato a livello nazionale: 12.539 €, più di 8.500 € in meno rispetto a quello della Valle d’Aosta, il più elevato. A differenza dello scorso anno, nessuna provincia ha fatto segnare un reddito pro capite superiore a quota 13.000 €.
Napoli, la più ricca, si è fermata a 12.979 € (nel 2011 aveva raggiunto i 13.261). Anche sul fronte della spesa media per l’acquisto dei beni durevoli è la minore a livello nazionale: 1.488 € rispetto ai 2.051 € medi nazionali e ai 1.559 € del Mezzogiorno.
Tutti i principali comparti di spesa sono in calo rispetto all’anno precedente. Le flessioni più contenute sono state quelle per i prodotti informatici (-4,1%) e i mobili (- 6,8%).
Questi sono i principali risultati della diciannovesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Campania, presentato a Roma presso l’Hotel St. Regis.
Nel 2012, la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli in Campania si è attestata a 3.200 milioni € (-13,2% rispetto ai 3.687 milioni € del 2011): il dato evidenzia come la contrazione dei consumi sia sostanzialmente in linea con la tendenza registrata nel resto del Paese (media italiana: -12,9%). I settori di spesa Auto e moto – Quello della mobilità è il comparto che, in Campania, così come nel resto del Paese, ha registrato le flessioni più marcate. Le difficoltà economiche e la stretta sui redditi delle famiglie hanno reso molto ponderate le decisioni di acquisto di auto nuove e moto: in Campania nel 2012 sono stati spesi 595 milioni € (-24,8% rispetto all’anno passato) per l’acquisto di autovetture nuove e 83 milioni € (-29,4% sul 2011) per l’acquisto di motoveicoli.
Meno marcata la flessione registrata dal mercato delle auto usate, con consumi a 872 milioni € (-12,6%). Mobili – Il comparto arredamento, quello che maggiormente ha inciso sui bilanci delle famiglie campane, chiude l’anno facendo segnare una contrazione del 6,8% per una spesa totale di 1.054 milioni €. Un dato, questo, in linea con quanto fatto registrare nel resto del Paese, dove la diminuzione complessiva dei consumi per questo tipo di beni durevoli rispetto al 2011 è risultata analoga.
Elettrodomestici – la spesa per gli elettrodomestici grandi e piccoli è stata pari a 271 milioni €, inferiore di 7,1 punti percentuali rispetto al 2011. In calo del 12,2%, invece, la spesa per i prodotti di elettronica di consumo, attestatasi a 192 milioni. Prodotti Informatici – I consumi di beni compresi nella categoria information technology registrano una contrazione del 4,1% rispetto al 2011, attestandosi a 133 milioni €.
Un risultato peggiore rispetto alla media nazionale (-0,6%). Complessivamente in Campania il reddito disponibile per abitante nel 2012 è calato del 2,3%, rispetto al 2011, attestandosi a 12.539 € pro capite. Un reddito per abitante che non solo è il più basso del Mezzogiorno, ma anche del resto del Paese, dove il valore medio del reddito pro capite si attesta a quota 17.665 €. Le province Nel 2012 Napoli e Benevento si sono confermate essere le due province a maggior reddito pro capite, rispettivamente con 12.979 e 12.781 €. Si tratta di dati più bassi rispettivamente del 2,1 e del 2,2% rispetto all’anno precedente. Al terzo posto c’è Salerno (con 12.742 €, – 2,3%), seguita da Avellino (12.269 €, – 2,4%) e Caserta (10.890 €, -2,7%). Le famiglie campane nel 2012 hanno speso in media 1.488 € per l’acquisto di beni durevoli, evidenziando una flessione del 14,1% rispetto all’anno precedente, e facendo comunque segnare il dato più basso a livello nazionale (in Italia, in media, hanno speso 2.051 €).
Per l’acquisto di Mobili le famiglie campane nel 2012 hanno speso complessivamente 1.054 milioni di €. I volumi maggiori di spesa sono stati registrati a Napoli (562 milioni di €, -6,6% rispetto al 2012). Seguono a grande distanza Salerno (199 milioni, -6,3%), Caserta (158 milioni, – 8,5%). Chiudono, Avellino (81 milioni), dove si registra la flessione più contenuta (-5,9%) e Benevento (53 milioni, -7,4%) Il settore della mobilità è quello più duramente colpito dalla crisi, sia a livello nazionale che in Campania. I consumi di auto nuove calano in tutte le provincie: in valore assoluto i volumi maggiori si registrano a Napoli (289 milioni di €, -28,4% sul 2011), seguita da Salerno (113 milioni, -24,2%), Caserta (108 milioni, -19%), Avellino (53 milioni, -17,6%) e Benevento (33 milioni, -21,1%). Meno marcata la contrazione del mercato delle auto usate, che segna una flessione complessiva del 12,6%. L’ordine delle province per volumi di spesa è identico a quello relativo al mercato delle auto nuove. Primeggia il capoluogo regionale (464 milioni di €), seguito da Salerno (175 milioni), Caserta (122 milioni), Avellino (65 milioni) e Benevento (45 milioni) I circa 271 milioni di € dedicati all’acquisto di elettrodomestici grandi e piccoli in Campania sono stati suddivisi tra i 144 milioni spesi in provincia di Napoli (che fa registrare una contrazione del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato), i 52 milioni di Salerno (-6,7%), i 41 di Casera (-8,0%) e i 21 di Avellino (-6,3%). Chiude, con 13 milioni, Benevento, dove si è registrata una flessione del 7,1% rispetto al 2011. Anche per quanto riguarda l’acquisto di elettronica di consumo, si registrano delle flessioni che interessano in modo generalizzato tutte le provincie. Napoli passa da i 118 milioni del 2011 a 102, Salerno da 41 a 37, Caserta da 33 a 28, Avellino da 17 a 15, Benevento da 10 a 9 milioni. Pure nel comparto informatica, eccezion fatta per Benevento che presenta volumi complessivi di spesa nel 2012 in linea con il 2011 (6 milioni), tutte le province presentano dati in calo sui 12 mesi precedenti.
Napoli scende a quota 72 milioni (-4,2%), Salerno a 24 milioni (-3,6%), Caserta a 21 (- 5,1%) e Avellino a 9 milioni (- 3%). Alcune tendenze che si riscontrano anche in Campania Anche in quest’area gli eventi politico – economici degli ultimi anni hanno fortemente impattato sul concetto di fiducia, instaurando un modello più aderente e controllabile dai singoli individui. Aumenta la fiducia nella sfera privata, nella famiglia, negli amici, nelle comunità solidali o in quanti sono in grado di fornire aiuto, spesso vicendevole.
Si afferma sempre di più il concetto che l’unione tra individui può fare la differenza. Per contro, allontanandosi dalla sfera del privato, Forze Armate, Esercito e Presidenza della Repubblica sono le istituzioni che più godono della fiducia dei campani. Tra i soggetti degni più affidabili emergono gli scienziati, i giornalisti, gli imprenditori e i comici, per competenza e capacità di innovare, oppure perché svolgono un ruolo di denuncia. Il contesto pubblico è in caduta verticale: rappresenta una realtà astratta e “distante”, verso la quale ci si sente impotenti. Tra i soggetti che perdono fiducia sono da annotare i politici, i professionisti della finanza, gli immobiliaristi e gli agenti di vendita. In un contesto di fragilità socio-economica evidente anche la spesa delle famiglie campane nel 2012 ha subito evidenti contraccolpi. I consumi sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile. La contrazione della spesa è intervenuta nonostante la riduzione della propensione al risparmio. La tipologia di beni maggiormente sacrificata è stata quella dei durevoli, il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessario, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie. Nel 2012 hanno fatto eccezione l’home comfort e gli smartphones. Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle famiglie campane saranno ancora fortemente condizionate dagli effetti della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile e che, anche se con una forte attenuazione rispetto al 2012, la domanda di beni durevoli si manterrà ancora in moderato calo, non riuscendo quindi ad imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni degli ultimi anni.