NAPOLI- Dal segretario generale degli edili della Uil Campania Luigi Ciancio (foto) riceviamo e pubblichiamo: “Nessuno accenna ai programmi, nessuno fa riferimento ai bisogni del territorio. Si continua a parlare di brogli ancora prima di votare e di cose di questa natura. Sono pentito di essermi candidato…”.
Caro Segretario,
così scrivevo all’indomani delle primarie fatte per la costituente del PD cui partecipai con l’entusiasmo di chi credeva ad un progetto di rilancio della politica del Paese. Pensiero che confermo anche oggi.
Alla fine degli anni ‘60 avevo in tasca la tessera del PCI, fin da allora ho svolto sempre attività politica e ho vissuto tutta la vita illuminato da ideali per i quali non smetterò mai di lottare e che ci hanno accomunati per tanto tempo.
Oggi, a consuntivo degli ultimi cinque anni, mi sento ancora più disilluso rispetto al 2007, quando venni eletto nella Consulta Nazionale del PD. Disincantato nello scorrere le liste dei nomi dei candidati del PD campano alle prossime elezioni politiche. Sconcertato nel constatare quali sono le “personalità” che il PD campano ha piazzato – è proprio il caso di dirlo – nelle cosiddette posizioni utili ad una sicura elezione. Tutta gente che poco ha a che fare con il territorio e niente conosce e capisce delle esigenze di una terra martoriata. Una terra con tanti bisogni ai quali il PD campano ha risposto occupandosi delle lotte intestine e a fissare il proprio ombelico, ostaggio di signori e signorotti (quasi sempre amministratori locali) che ne governano i vertici determinandone chi e cosa lo debba rappresentare, asfissiandolo e proponendo candidati invotabili.
Gli altri restanti e aspiranti parlamentari rispondono, invece, alle ossidate posizioni di potere di cui godono, ormai, da lunghi anni e rappresentano quello che, invece, avevi promesso di cancellare.
Desidero, poi, rammentarTi che negli ultimi cinque anni la Campania ha conosciuto – come se non bastasse – alluvioni e ulteriore devastazione del territorio che si sono sommate all’endemica piaga della disoccupazione e di una economia locale, ormai, ferma e la risposta che il PD ha dato a tutto questo è semplicemente inaccettabile e non marca alcuna differenza con le varie agende di Palazzo che girano in TV e ben lontane dalla gente, dalle piazze.
Dunque per le cose brevemente segnalate e per quelle non segnalate (incondizionato appoggio del PD al governo Monti ad esempio), non andrò a votare.
Da segretario generale della Feneal Uil della Campania mi arrendo all’evidenza: il PD non può raffigurare la gente che mi onoro di rappresentare e siccome nessun altra coalizione o partito convince, userò uno strumento che si usa solo come estrema ratio, lo sciopero.
Sciopero del voto che vuole significare un maggiore impegno sul territorio e maggiore vicinanza ai lavoratori, pensionati e cittadini sui quali, ne sono certo, si abbatterà un ulteriore terribile scure fiscale per riparare ai numerosi danni che un certo tipo di politica ha determinato, qualsiasi sarà il nuovo (vecchio) governo che uscirà – se uscirà – dalle urne. Costringersi al non voto è una responsabilità di militante, almeno per due motivi: prima di tutto nei riguardi di chi ha dato la vita per consentire la libertà di voto ai quali va il mio deferente pensiero e poi una risposta politica attiva anche contro chi porta su di sé e con sé molte di quelle responsabilità che nega di avere.
Luigi Ciancio