ARCHIVIOMafia e stato: più arrestano boss e più finiscono sotto processo

admin08/12/2012
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Pisani Vittorio 2 Mori Mario generale

Vittorio Pisani (foto a sinistra) non si occuperà più di indagini di polizia giudiziaria. Né darà la caccia a latitanti e camorristi. E neppure avrà a che fare con magistrati, procuratori o sostituti che siano. Da pochi giorni ha lasciato il Servizio centrale operativo della Polizia (Sco) a Roma, dov’era approdato dopo il coinvolgimento in una torbida storia dai contorni ancora da definire.

 

Il super poliziotto che ha comandato la Squadra Mobile di Napoli per sette anni l’ha chiesto esplicitamente ai suoi superiori: niente più indagini, ora farò il consulente ministeriale e andrò ad occuparmi di passaporti ed immigrazione. Trasferimento accordato, proprio durante le fasi del processo che lo vede imputato per favoreggiamento. Secondo l’accusa, Pisani avrebbe avvisato un suo amico imprenditore, Marco Iorio (già socio di Fabio Cannavaro) che i fari della magistratura stavano puntando verso di lui. Pisani, per queste accuse, fu colpito da un obbligo di dimora fuori Napoli.

Una storia torbida, si diceva, non foss’altro per l’incrocio fatale di due elementi: un boss pentito (ex confidente di Pisani stesso) e un pezzo di procura al quale il capo della Mobile proprio non piaceva. Fra tutti l’ex assessore di De Magistris, l’ex pm di “Calciopoli” Pino Narducci, oggi giudice a Perugia dopo una prevedibile rottura con il sindaco. Pisani, tra l’altro, risultava sgradito anche a un certo mondo, che mai perdonerà l’affronto di aver emesso un parere negativo per la scorta a Roberto Saviano.

Vera o falsa che sia tutta questa storia, sta di fatto che sembra ripercorrere un film già visto: nel senso che più stangano boss e mafiosi veri e più sembra che debbano peregrinare fra tribunali. A Palermo l’allora colonnello del Ros Mario Mori (foto a destra) insieme al mitico «capitano Ultimo» scovarono il capo dei capi Totò Riina. In premio ricevettero una bella imputazione (mancata perquisizione del covo di “U’ curtu” e il mancato arresto di Provenzano) da Ingroia & partners. Oggi girano ancora aule giudiziarie per difendersi.

Pisani ha acciuffato boss come Antonio Iovine (‘O ninno) e Michele Zagaria (Capastorta) sul fronte Casalesi; Eduardo Contini e Enzo Licciardi (fronte Napoli); i vertici degli scissionisti Amato-Pagano (Scampia e Secondigliano); Salvatore Russo, boss della sterminata area nolana. Non esattamente ladri di autoradio. Quando Zagaria fu stanato i poliziotti inneggiavano proprio a lui, a Pisani. Che oggi, manco a dirlo, è sotto processo.

Peppe Rinaldi

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