ARCHIVIODe Magistris parla di Palestina e mafia per nascondere il disastro di Napoli

admin14/12/2012
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De Mag- Freddom Flotilla

Abu Mazen o Khaled Meshal saranno contenti di sapere che, prima ancora dell’Onu, ci ha pensato la «Repubblica di Napoli» a riconoscere lo stato della Palestina. Il punto è che nell’immaginaria eredità di Gioacchino Murat c’è qualcosa che ancora non va: ad esempio la mitica raccolta differenziata dei rifiuti. Siamo ad un punto morto, anzi sepolto: tra il 18 e il 24 virgola qualcosa per cento. Non lo dice Libero, lo scrive Legambiente e, in qualche modo, lo confermano anche dal municipio.

 

Siamo partiti a manetta (non quelle là però) oltre un anno e mezzo fa con un’esilarante gaffe da noviziato: «Entro cinque giorni Napoli sarà ripulita». Sappiamo com’è andata. E la differenziata? Entro fine anno saremo al 75%, fu la risposta del neo leader del Movimento Arancione, alias Luigi De Magistris. Solo che era il 2011, cioè l’anno scorso. Nel frattempo, tra un’America’s Cup, una raccolta fondi spontanea per testimoniare vicinanza e solidarietà concrete all’oppresso popolo palestinese, una carrellata di indagini virtuali su massomafie (sic!), servizi deviati e propaggini guatemalteche, la situazione non è migliorata. E’ ferma, immobile, quasi come un codice penale.

Ovviamente è tutta colpa del governo, almeno finora: «Non ci danno i 5 milioni promessi», dicono dalle stanze di Palazzo San Giacomo. E vale per Roma. «Neppure Caldoro ci rimette i tre milioni che ci servirebbero per completare il sistema ed estendere la differenziata ad almeno 500mila persone»: e questo vale per Napoli, lato Palazzo Santa Lucia. Insomma, un po’ come quando era titolare delle indagini in quel di Catanzaro, anche in veste politica De Magistris continua ad allargare lo spettro delle responsabilità. Altrui, s’intende. C’è sempre qualcuno che gli si mette di traverso. Sarà il destino.

Lo stesso condiviso dalla munnezza: viaggiava all’estero con Bassolino, viaggia all’estero non De Magistris. L’area geografica è la stessa, cambia la nazione: siamo passati dalla Germania all’Olanda. Il risultato è identico: milioni e milioni di euro (pubblici) per le crociere munnezzare. Pagando, per giunta. L’importante è che non si facciano termovalorizzatori: e poi c’è da lanciare il movimento, fare le liste, combattere le deviazioni, i poteri occulti, Napolitano, partecipare alla scoperta di chi trattò con la mafia, aderire alla rete “Zero Waste” (Rifiuti Zero) dello scienziato nordamericano Paul Connett

E’ impietoso il quadro tracciato da Legambiente, associazione peraltro simpatizzante del sindaco. 
Napoli fa peggio di tutti in Campania (e in Italia): peggio perfino di Caserta, piazzandosi al 523esimo (su 551) posto della speciale classifica dei «Comuni ricicloni». Salerno è tra i primi in Italia con una percentuale del 70%: quando si dice che 50 chilometri di distanza tra una città e l’altra possono fare la differenza. Sarà forse perché il sindaco della seconda città della Campania si occupa poco di questioni internazionali e lotta alle narcomafie, alle massonerie deviate e chi più ne ha più ne metta? Può darsi. 
Il numero due della squadra, il comunista (nel senso tecnico della parola) Tommaso Sodano, dice che «entro fine anno arriveremo al 25%» e che «rispetto al 18% ereditato dalla Iervolino abbiamo fatto passi in avanti». Detta così è vera e ragionevole. Ciò che non torna è quel che ha detto, dice e dirà il suo diretto superiore.

Ma, vuoi mettere? C’è da creare un grande movimento dal basso, liste pulite con facce pulite, fuori dai partiti, lontani dalle cricche e dalle mafie. Se la spazzatura non si differenzia, ci sarà di certo un colpevole. Occulto possibilmente.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 14 dicembre 2012)

(*nella foto il sindaco di Napoli durante il saluto alla nave “Estelle” di Freeedom Flotilla diretta a Gaza)

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