ARCHIVIOArrestato e pentito: uno dei killer di Lino Romano inizia a parlare

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Marino Giovanni killer L.Romano

NAPOLI- Svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Pasquale Romano, ucciso per errore nell’agguato a Marianella del 15 ottobre scorso. Ha iniziato a collaborare Giovanni Marino (nella foto al momento dell’arresto) il 22enne fermato nei giorni scorsi e per cui oggi il gip ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a convalida del fermo. Marino avrebbe avuto, nell’agguato, il ruolo di autista dell’auto su cui viaggiava il commando. In carcere, su ordinanza di custodia cautelare, si trova anche Anna Altamura, la donna che la scorsa settimana si presentò alla polizia confessando il suo ruolo di specchiettista, mentre ai domiciliari in una località protetta si trovano i suoi due figli, Carmine e Gaetano Annunziata, che ebbero un ruolo, seppure minore, nelle fasi preparatorie dell’agguato.

 

 

Gli ultimi sviluppi investigativi consentono di delineare in maniera sempre più nitida i contorni dell’agguato che per un tragico errore fece una vittima innocente. Gli investigatori sono risaliti ai nomi di tutti i componenti del commando e hanno scoperto il loro ruolo: l’esecutore materiale del delitto Romano sarebbe Salvatore Baldassarre, 30 anni, nipote di un esponente del gruppo Abbinante e già in passato processato (e poi assolto in appello) per omicidio, e il mandante è stato individuato in Giuseppe Montenera. Giovanni Vitale, invece, sarebbe la persona che doveva far parte del commando e che Marino sostituì all’ultimo momento. Baldassarre, Montenera e Vitale sono attualmente ricercati. Dopo la notizia del pentimento della donna loro complice e dei suoi figli si sono allontanati dalle loro abitazioni e da giorni sono in fuga, ma gli investigatori sperano presto di catturarli e assicurarli alla giustizia.

Quando sparo non mi fermo più…” è il commento che Baldassarre, presunto assassino dell’innocente Lino Romano, fece ai suoi complici dopo aver scaricato quattordici colpi contro l’operaio 30enne massacrato, per un tragico errore di persona, mentre usciva dal palazzo dove viveva la sua fidanzata. “Non mi fermo…” avrebbe detto per spiegare la raffica di proiettili. Il dettaglio emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei presunti responsabili di quell’atroce delitto. Dalla ricostruzione investigativa, arricciata dalle rivelazioni dei neo collaboratori di giustizia, emerge anche che la donna che doveva dare il segnale ai killer aveva avuto dagli scissionisti un cellulare e lì aveva memorizzato il numero dei killer, sotto la voce “Amore”

Dall’ordinanza cautelare emessa nell’ambito dell’inchiesta sul delitto Romano emergono anche particolari sui vari tentativi fatti dai killer del clan Abbinante-Abete di uccidere Domenico Gargiulo, un giovane di Secondigliano finito nella lista nera dei boss in guerra contro a Scampia contro il gruppo dei “girati”. Gargiulo era il vero obiettivo dell’agguato a Marinella dove per errore fu ucciso il povero Lino Romano. Lo stesso Gargiulo – raccontano ai magistrati i neo collaboratori di giustizia – scampò alla morte prima di quel 15 ottobre, quando i killer lo attesero invano all’uscita di una discoteca dove si festeggiava il compleanno della fidanzata e poi successivamente a quel 15 ottobre, quando fu sotto il tiro dei sicari ma la pistola si inceppò e il commando fu costretto a desistere.

tmnews

Redazione Eolopress

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