ARCHIVIOAl “Moro” c’è Finardi in quintetto

eugenio finardi

CAVA DE’ TIRRENI (SA)- La pietra miliare del cantautorato italiano Eugenio Finardi, protagonista del concerto di venerdì 14 dicembre di MoroInJazz, la rassegna organizzata dal Moro del Borgo Scacciaventi, con la direzione artistica di Gaetano Lambiase. Il cantautore milanese farà tappa con il suo tour nello storico locale di Cava de’ Tirreni (Sa) esibendosi in quintetto con Raffaele Casarano.

 

Brani di successo come Extraterrestre o Musica Ribelle sono diventati dei classici della musica Made in Italy. Tra i riconoscimenti recenti, la Targa Tenco del 2008 per il disco Il Cantante al Microfono. Dopo la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo con il pezzo E tu lo chiami Dio, il musicista è uscito con il triplo album Sessanta, una raccolta contenente le sue principali hit, oltre a cinque canzoni inedite. Il concerto di venerdì 14 dicembre a partire dalle ore 22.30 sarà l’occasione per ascoltarlo dal vivo. Sul palco del pub del Borgo Scacciaventi, assieme a lui, Raffaele Casarano & Locomotive Quintet.
Italo-americano di passaporto e milanese di residenza, come buona parte della scena musicale dell’epoca, gravitante intorno all’orbita della Cramps Records di Gianni Sassi, nei decenni seguenti Finardi ha provato con ostinazione e coraggio a spostare avanti, o anche solo altrove, il proprio orizzonte musicale, com’egli stesso ha raccontato nell’autobiografia intitolata appunto “Spostare l’orizzonte: come sopravvivere a 40 anni di rock”.
E’ la prima volta che Eugenio Finardi accetta di rielaborare il proprio repertorio in chiave prettamente jazz.
I suoi brani più conosciuti si sviluppano in inaspettate soluzioni timbriche ed armoniche, impreziosite dalle improvvisazioni di Raffaele Casarano, Mirko Signorile, Marcello Nisi, Marco Bardoscia e Alessandro Monteduro, talenti emergenti del jazz italiano dal sicuro avvenire.
Nel nuovo millennio Finardi ha ampliato i suoi orizzonti, musicali e non, cimentandosi col Fado portoghese, con la musica sacra, il Blues e persino con la classica contemporanea, fino ad approdare addirittura, per ben due volte al Teatro alla Scala.
Con queste molteplici esperienze Eugenio sembra aver raggiunto la piena maturità e la sicurezza interpretativa che gli consente di cimentarsi con leggerezza e rigore nelle più diverse avventure musicali, come questa con il quintetto di Raffaele Casarano.
Incontratisi nell’estate 2012 per una splendida serata al Locomotive Jazz Festival in Salento, in soli due giorni di prove sono riusciti a trovare un affiatamento sorprendente, che ha permesso di sviluppare vere e proprie rielaborazioni dei brani di Finardi e di confrontarsi con standard come “Fever”, “Summertime” e “Speak Low” sviluppando un concerto completo, vario e intrigante. “Più mi avventuro per nuove strade, più mi viene la voglia di esplorare” rivela Finardi. “A volte mi sento come uno scalatore che cerca sempre nuove sfide, il jazz era l’ultima vetta importante che mi mancava, forse la più impegnativa!”.

Barbara Albero

Redazione Eolopress

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