ARCHIVIOForestali in manette: provvedimento di sospensione per l’ex comandante di Capaccio

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Santoro_Marta-Petillo_Antonio_forestale

CAPACCIO-PAESTUM (SA)- Provvedimento di sospensione degli organi amministrativi e disciplinari per Marta Santoro (a destra nella foto) l’ex comandante della caserma del Corpo forestale dello Stato di Capaccio, finita in manette all’alba di giovedì mattina per una strana vicenda di mazzette: come si dice in questi casi un «atto dovuto» tenuto conto delle misure cautelari che l’hanno investita, restringendola nel carcere di Salerno-Fuorni e, con ogni probabilità, ora in fase di trasferimento a quello di Padova, unica struttura italiana per reclusi “militari” di sesso femminile.

Per il marito Antonio Petillo (a sinistra nella foto) suo omologo alla caserma di Foce Sele non è stata adottata la medesima misura da parte dei superiori gerarchici della Forestale. L’uomo è da ieri sera agli arresti domiciliari, dove il gip Renata Sessa l’ha spedito al termine di un interrogatorio durato circa tre ore. Non si conoscono ancora i motivi della «disparità» di trattamento nei riguardi dei due coniugi: se ne può dedurre che la donna non abbia fornito né al pubblico ministero (Maurizio Cardea) né al giudice per le indagini preliminari, chiarimenti sufficienti a smontare le accuse. Che sono gravi, molto gravi soprattutto per quanti indossano una divisa: concussione e tentata concussione, in danno di alcuni imprenditori della Piana del Sele finiti nel mirino dei due, ai quali sarebbero state chieste somme di danaro per ammorbidire i controlli. Volontà, spesso, manifestata in virtù di una non meglio specificata «amicizia» con un magistrato in servizio alla procura della repubblica di Salerno. Circostanza non contestata formalmente al comandante di Capaccio ma che fa continuamente capolino nel vortice di voci e controvoci che si accavallano incessantemente. Accade sempre così, esattamente come succedeva in conseguenza dei «blitz» che la stessa Santoro operava in centinaia di aziende, attività industriali ed imprenditoriali a vario titolo. Scattava, cioè, il circuito cosiddetto mediatico-giudiziario per chi finiva nella sua rete: oggi è toccato a lei. Succede.

Tutto ciò si spiega con il fatto che l’attività svolta dai due, soprattutto dalla signora, è stata capillare e a volte sproporzianata rispetto al tipo di violazione contestata (e altrettanto spesso smontata nel prosieguo giudiziario…ma il danno, intanto, era stato fatto): in parole povere, secondo quanto raccontano numerose fonti del posto, la coppia godeva di una particolare fama sull’intero territorio della Piana del Sele, aree interne comprese, tale da minarne l’integrità personale e professionale. La metodica utilizzata -raccontano altre fonti dirette- rendeva poi i già difficili momenti meno digeribili ancora. Dopodiché le mazzette, il tariffario, i documenti che -dice l’accusa- sono stati trovati all’esito delle perquisizioni domiciliari. Tutto da verificare e da provare, ovvio. Se a ciò si aggiunge pure il tam tam su presunte triangolazioni tra i sottufficiali della Forestale e pezzi della procura stessa, ecco che la faccenda finisce per complicarsi più di quanto già non lo sia. Non sarebbe la prima volta che succede ma non sarebbe neppure la prima volta che a giocare un ruolo decisivo siano state semplici voci ed illazioni.
Come quella sui problemi di salute che affliggerebbero la Santoro, dei quali non bisognerebbe neppure dire ma da cui, trattandosi di un personaggio pubblico -tra l’altro detenuto- non si può prescindere ora, essendo cambiati i connotati del problema. Se fosse confermata questa circostanza, sarebbe giusto che alla donna venissero concessi almeno gli arresti domiciliari dinanzi ad un’eventuale incompatibilità con il regime carcerario. Principio che vale per tutti, quindi anche per Marta Santoro. Il problema è che siamo in Italia, dove non sempre -e nonostante le buone intenzioni di alcuni- la macchina della giustizia funzionanel modo che ogni cittadino conosce. Ma questa è un’altra, lunga, storia.
Il blitz della procura potrebbe, secondo le tradizionali indiscrezioni di corridoio, estendersi nei prossimi giorni anche ad altre figure di rilievo dell’apparato politico-istituzionale del comprensorio. Non si capisce bene ancora a che titolo vi rientrerebbero e che tipo di rapporti vi fossero con l’ormai ex comandante di Capaccio
Non resta che attendere gli sviluppi dell’indagine.

Redazione Eolopress

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