ARCHIVIOPiromani scatenati: roghi in mezza Italia

admin10/08/2012
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Incendio_Monte_Mario_Roma

Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso siamo già al 120% in più. Il dato riguarda l’area circostante Roma ma non è da escludere che altrove il rapporto percentuale sia perfino peggiore. Ieri un’altra giornata «infernale» per dirla col vescovo di Palestrina, monsignor Sigalini, che dietro la diffusa piromania intravede la mano del diavolo. Incendi dappertutto, 70 solo in Calabria.

 

Ma torniamo alla capitale. A Monte Mario (nella foto da direttanews.it) si è propagato un rogo che ha distrutto circa mezzo ettaro di boscaglia. Perfino la celebre statua della Madonnina che sovrasta l’Olimpico e la zona di Villa Madama, sono state ad un passo dall’essere raggiunti dalle fiamme. Secondo la Forestale ci sono “ragionevoli elementi che riconducono all’ipotesi dolosa”. Idea condivisa dal vicesindaco di Roma, Sveva Belviso: “Bisogna fare indagini puntuali per capire se sia un fatto naturale o una cosa studiata. Non è possibile che in 10 giorni vada a fuoco Monte Mario. Non è possibile che da questa mattina si siano registrati già 6 incendi. Potrebbe esserci una strategia”: incredibile o meno, sta di fatto che questa è la situazione, giunta ormai all’iperbolica cifra di 220 roghi dal 15 giugno ad oggi. Restando ancora nel Lazio vanno segnalati roghi anche sulla via Pontina, in direzione mare e a Latina. In tutto sono 11 i fronti che hanno impegnato la Protezione civile laziale.

Tre incendi, poi, in Liguria hanno devastato i boschi della val Fontanbuona. Qui la prova del dolo l’hanno subito trovata: infatti tra le sterpaglie di Coreglia Ligure c’erano alcuni barattoli di vernice serviti come innesco, classico strumento in uso a piromani patologici o su commissione.
In Friuli, a Pordenone, uno di questi è finito in manette. E’ un 35enne di Codogne, in provincia di Treviso.
In Toscana, secondo i dati diffusi dal Corpo forestale, solo l’1 per cento dei 494 incendi scoppiati da gennaio 2012 ha origini naturali: il 37% è certamente di origine dolosa.
In contesti del genere c’è poi sempre chi cerca qualsiasi soluzione, escamotage per parare il colpo. Come a Ravenna e Cervia dove le famose lanterne cinesi sono state bandite: troppo alto il rischio che inneschino incendi. Lo hanno deciso con specifiche ordinanze i due sindaci, sulla scorta di segnalazioni della Forestale, dopo i recenti roghi che hanno devastato le pinete del ravennate.

Intanto nel napoletano i pompieri hanno dovuto spegnere almeno 30 incendi. Un grosso rogo di sterpaglie a San Giorgio a Cremano e incendi più piccoli tra Afragola e Pianura, a pochi passi da Napoli.
La Calabria, si diceva, ieri ha battuto tutte le regioni. A Savelli, vicino Crotone, le fiamme hanno lambito anche alcune case, immediatamente evacuate. Situazione molto critica anche ad Africo e Nardodipace, nel reggino e nel vibonese, mentre la Sila catanzarese sta ancora lottando contro lingue di fuoco altissime.
Sicilia e Sardegna non sono risparmiate: il nisseno brucia da giorni e alcuni agricoltori di Minimenti e Casaleno, sono stati messi in salvo dai carabinieri intervenuti prima che le fiamme li circondassero.
Un incendio scoppiato all’alba ha interessato la pineta di Arbus, nel Medio Campidano, dirigendosi verso la parte alta del colle bruciando 4 ettari di pineta.
Oggi, con ogni probabilità, si ricomincia.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 10 agosto 2012)

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