ARCHIVIORacket del caro estinto: un codice etico per gli «schiatta muorti»

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NAPOLI- Nasce a Napoli l’Osservatorio per la Legalita’ delle attivita’ funerarie e cimiteriali svolte nella Regione Campania: si compone di dieci rappresentanti, ed e’ lo strumento promosso dall’Accordo intersindacale delle Imprese funebri e cimiteriali della Campania, per prevenire e contrastare le attivita’ illegali ed abusive del settore in modo particolare contro il racket del “caro estinto”.

All’incontro hanno partecipato il presidente regionale della Confesercenti Vincenzo Schiavo, il presidente dell’Osservatorio Lorenzo Diana, il portavoce dell’Accordo intersindacale delle Imprese funebri e cimiteriali della Campania Luigi Cuomo, il presidente regionale dell’ACITOFGiuseppe Salomone e i rappresentanti della Rete legale Etica AlfredoNello e Alessandro Motta. I compiti dell’organo sono: monitorare e controllare la libera e corretta attivita’ delle imprese; promuovere e sviluppare attivita’ di sostegno alle amministrazioni comunali; raccogliere segnalazioni e denunce da trasmettere alle autorita’ competenti; promuovere convegni e studi in materia funeraria e cimiteriale. “Nella nostra regione – ha dichiarato Cuomo – vi sono circa 450 imprese funebri, molte delle quali non hanno ancora una regolarizzazione contributiva e amministrativa, al punto da agevolare le infiltrazioni camorristiche nel settore. L’Osservatorio nasce appunto da un gruppo di imprenditori storici e regolari, che hanno detto basta all’abusivismo e all’illegalita’, dando vita ad un accordo intersindacale per aiutare tante famiglie che sono vittime del malaffare. Si tratta di condizionamenti esterni – ha aggiunto Cuomo – che vanno oltre i cimiteri, a partire dagli ospedali dove i cittadini vengono obbligati a rivolgersi a questa o quella ditta”.

Allarmanti i dati presentati dall’Osservatorio: “Un funerale costa in media 3 mila euro. Ma si arriva a pagare dagli 8 mila ai 9 mila, cifre imposte dagli abusivi legati ai clan. In Campania sono 50 mila i funerali ogni anno, che producono un giro d’affari di 150 milioni di euro, 100 dei quali finiscono nel circuito del mercato nero in cui si annida la camorra”. “Il business della criminalita’ organizzata – ha rimarcato Schiavo – costa dai 5 mila ai 20 mila euro ad un cittadino onesto per assicurarsi un “posto per l’eternita’”. Solo a Napoli su 130 imprese appena 40 sono in regola, mentre in tutta la Campania su 450 imprese 95 hanno quattro operatori e un direttore che sono inquadrati, secondo quanto previsto dalla legge 12″. Per Diana, presidente dell’Osservatorio, “nel tempo c’e’ stata un’evoluzione del fenomeno che non puo’ essere ignorata perche’ danneggia fortemente i cittadini, con un aggravio di spesa sociale sulle famiglie. Oltre alla normativa regionale che va adeguata e di cui si sta discutendo in questi giorni in commissione Anticamorra, occorre intervenire anche a livello nazionale partendo proprio da Napoli, dove questo Osservatorio fara’ da apripista”.
(ilvelino)

 

Redazione Eolopress

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