La giunta arancione è pronta ad un primo giro di valzer, questione di poco e pure De Magistris si allineerà alla tradizione di Palazzo San Giacomo. E’ l’eterno ritorno dell’uguale: succedeva con la Iervolino, succede oggi con l’ex pm «dalla schiena dritta che indagava a 360 gradi senza guardare in faccia a nessuno» (copyright Luigi De Magistris) di dover sistemare le tessere del mosaico fai-da-te che governa Napoli da poco più di un anno.
Dell’ex leader sindacale duro e puro, Gianni Rinaldini, si racconta da qualche giorno di un suo probabile ingresso: molto dipenderà però dalla fine che farà l’attuale assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo. I 40 gradi di questi giorni non hanno reso meno glaciale il clima che si respira attorno all’assessore che già era stato accanto alla Iervolino durante il suo secondo mandato. Poi sbatté la porta, o gli fu sbattuta contro, per dissidi forti con la Rosetta napoletana: un titolo di merito, forse, per il De Magistris che aveva appena scassato tutto. Sta di fatto che le sue ore sembrano contate, non foss’altro per la diffidenza reciproca sorta tra lui e il sindaco, oltre che per alcuni contrasti forti con i vertici della Ragioneria. Si vedrà. Infine, c’è pure l’ipotesi di Attilio Auricchio, capo di Gabinetto, già al fianco sia di De Magistris durante le avventure giudiziarie calabresi che di Narducci nel mitico processo Calciopoli. Si deciderà tutto nelle prossime ore.
La verità è che due fattori stanno seriamente condizionando l’equilibrio amministrativo napoletano: la brusca fuoriuscita di Narducci, in primo luogo, ha gettato nel panico non una sola persona perché un po’ tutti vivevano la sua presenza come una sorta di indiretta camera di compensazione con la procura. Vero, verosimile o falso che fosse, così si è vociferato nel palazzo a lungo. In secondo luogo, quello più importante, è che in cassa non c’è un soldo: chiunque andrà a fare l’assessore, specie ora che il tetto per le spese del personale è stato sfondato (Corte dei Conti dixit) non potrà neppure nominarsi un assistente.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” dell’11luglio 2012)