ARCHIVIODe Magistris pensa al rimpasto: tra i papabili l’ex ultrà della Fiom

admin11/07/2012
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rinaldini_gianni_Fiom

La giunta arancione è pronta ad un primo giro di valzer, questione di poco e pure De Magistris si allineerà alla tradizione di Palazzo San Giacomo. E’ l’eterno ritorno dell’uguale: succedeva con la Iervolino, succede oggi con l’ex pm «dalla schiena dritta che indagava a 360 gradi senza guardare in faccia a nessuno» (copyright Luigi De Magistris) di dover sistemare le tessere del mosaico fai-da-te che governa Napoli da poco più di un anno.

Il terremoto delle dimissioni di Pino Narducci, un altro pm stavolta non ex, oggi in viaggio verso la sezione giudicante di Salerno (il Csm ha stabilito che non può tornare a fare l’accusatore a Napoli né a Roma), hanno creato un serio grattacapo al sindaco. Chi prenderà il suo posto? Di nomi ne circolano pochi, ma rendono abbastanza «pulp» le ipotesi del ricambio. Su tutti Gianni Rinaldini(nella foto in alto) e Ugo Marani, rispettivamente ex segretario generale della Fiom-Cgil e docente universitario in città. Se per il primo si vocifera di un ingresso in giunta imbarcando una delle deleghe dell’assessore-giornalista-militante Idv Marco Esposito (quella al Lavoro) per il prof Marani le cose potrebbero complicarsi a causa di una disavventura giudiziaria capitatagli qualche tempo fa. Da presidente dell’Adisu, l’opera universitaria, è stato indagato per peculato per via di un presunto utilizzo privato dell’auto blu. Niente di stratosferico, insomma, ma per fatti più o meno analoghi il De Magistris-pm sparava a palle incatenate dalla tv dell’amico Santoro, e il De Magistris-politico ma non ancora sindacoidem. Se per davvero il prof Marani, nato bassoliniano (ma chi a Napoli, e in Campania, non lo era?) ed ora vicino all’Idv dovesse accomodarsi in giunta, si può immaginare che salterà fuori qualcuno della maggioranza per usare questa storia come strumento di contrattazione. Politica, s’intende.

Dell’ex leader sindacale duro e puro, Gianni Rinaldini, si racconta da qualche giorno di un suo probabile ingresso: molto dipenderà però dalla fine che farà l’attuale assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo. I 40 gradi di questi giorni non hanno reso meno glaciale il clima che si respira attorno all’assessore che già era stato accanto alla Iervolino durante il suo secondo mandato. Poi sbatté la porta, o gli fu sbattuta contro, per dissidi forti con la Rosetta napoletana: un titolo di merito, forse, per il De Magistris che aveva appena scassato tutto. Sta di fatto che le sue ore sembrano contate, non foss’altro per la diffidenza reciproca sorta tra lui e il sindaco, oltre che per alcuni contrasti forti con i vertici della Ragioneria. Si vedrà. Infine, c’è pure l’ipotesi di Attilio Auricchio, capo di Gabinetto, già al fianco sia di De Magistris durante le avventure giudiziarie calabresi che di Narducci nel mitico processo Calciopoli. Si deciderà tutto nelle prossime ore.

La verità è che due fattori stanno seriamente condizionando l’equilibrio amministrativo napoletano: la brusca fuoriuscita di Narducci, in primo luogo, ha gettato nel panico non una sola persona perché un po’ tutti vivevano la sua presenza come una sorta di indiretta camera di compensazione con la procura. Vero, verosimile o falso che fosse, così si è vociferato nel palazzo a lungo. In secondo luogo, quello più importante, è che in cassa non c’è un soldo: chiunque andrà a fare l’assessore, specie ora che il tetto per le spese del personale è stato sfondato (Corte dei Conti dixit) non potrà neppure nominarsi un assistente.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” dell’11luglio 2012)

 

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