ARCHIVIONapoli: in citta’ circa 3 mila rom

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NAPOLI- Una presenza consolidata da decenni e una comunita’ che ha intrapreso la strada dell’integrazione, seppur tra tante difficolta’. Sono i rom di Napoli: oltre 3mila persone, distribuite in varie zone del capoluogo partenopeo.

Il problema del trasferimento dei rom del Parco della Marinella di Napoli e’ stato l’oggetto di una riunione svolta in Prefettura, alla quale hanno partecipato i vertici delle istituzioni locali e i rappresentati del ministero degli Interni e della Cooperazione sociale, dell’Agenzia del Demanio e, trattandosi di questioni di ordine pubblico, anche delle forze dell’ordine.

La loro presenza e’ diventata massiccia nella prima meta’ degli anni ’90 a seguito delle guerre balcaniche, e si e’ stabilizzata nonostante momenti di crisi nel rapporto con i napoletani, primo fra tutti i roghi del 2008 a Ponticelli. L’incendio nel campo del Parco della Marinella del 2 marzo scorso ha richiamato l’attenzione sulle condizioni di vita dei rom, ancora oggi costretti spesso a convivere con la mancanza di luce, acqua e cure mediche. “Un luogo d’inferno“, cosi’ lo descrive Salvatore Esposito che per la Comunita’ di Sant’Egidio lavora da anni per i rom della zona orientale di Napoli, aggiungendo pero’ che “nonostante si possa avere, camminando per le baracche, un’impressione di grande degrado, bisogna capire che non e’ una scelta o uno stile di vita ma nasce dal fatto che e’ un’area di grande poverta’, dove tutti cercano di sopravvivere con quel poco che si ha per andare avanti”.
A differenza degli stereotipi che richiamano a conflitti etnici tra i rom e le comunita’ che ospitano i loro luoghi di insediamento, Esposito sottolinea come ci sia “un grande amore da parte dei rom rumeni per i napoletani”. ”Non ho mai sentito uno di loro parlarne male, tranne magari in caso di eventi tragici come la persecuzione di Ponticelli e alcuni casi in cui sono entrati nella struttura delle persone armate, negli anni scorsi – racconta l’esponente di Sant’Egidio – Ma anche in quel caso, hanno preso quell’atteggiamento violento come una follia. Dicevano: ‘Avete troppi matti qui’, e forse non hanno sbagliato cosi’ tanto l’analisi”. A Scampia, quartiere della periferia nord di Napoli, c’e’ il piu’ grande campo rom della Campania, che ospita circa 700 persone. “Un insediamento storico, che presenta tutte le difficolta’ di un insediamento spontaneo. Anche chi riesce a sistemarsi in maniera dignitosa lo fa sempre in un contesto degradato”, racconta Enzo Somma, che sempre per la Comunita’ di Sant’Egidio si occupa dei rom di Scampia. I ‘rapporti di vicinato’, aggiunge Somma, “sono nel complesso di tolleranza. I bambini svolgono molte attivita’ con quelli del quartiere, ci sono spazi in comune. Insomma, si prova a farli crescere insieme. L’obiettivo e’ superare una certa diffidenza iniziale”. Che, sottolinea, non ha risparmiato neanche alcuni volontari “per i quali i rom vogliono vivere cosi’ e sono tutti quanti ladri. Ma poi, conoscendo personalmente le famiglie e le loro storie, ci si accorge che si tratta di persone ognuna con il proprio percorso”.
A Scampia la Comunita’ di Sant’Egidio porta avanti da anni il progetto ‘Diritto alla scuola, diritto al futuro’ per la scolarizzazione dei bambini rom, in collaborazione con la Fondazione Banco di Napoli per l’infanzia. Dai 43 alunni rom iscritti nel 2004, oggi sono oltre cento. “Il nostro progetto – conclude Somma – e’ quello di sostenere la frequenza scolastica, spesso irregolare non per un motivo ideologico secondo cui i rom sarebbero allergici alla scuola ma per mancanza di acqua, materiale didattico e quello che serve per poter andare a scuola”.

Adnkronos

 

Redazione Eolopress

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