L’ansia della rivincita gioca brutti scherzi. Fino a farti prendere un “Papa” per un altro. Com’è accaduto all’ex pm Luigi De Magistris, (nella foto tratta da un blog reperibile sulla rete) eurodeputato Idv, oggi addirittura candidato sindaco di Napoli.
Il sostituto procuratore di Why Not, Poseidone e Toghe Lucane, conversando con il bollettino dell’Accusa, Il Fatto, ha informato gli italiani che le indagini di Woodcock sulla cosiddetta P4 vanno nella direzione giusta «perché si tratta delle stesse persone, dello stesso sistema di potere occulto che avevo scoperto con le mie inchieste». E da cosa lo deduce? Dal fatto che «perquisendo il principale indagato in Why Not, Saladino, trovai un biglietto dove, in riferimento ad alcuni appalti ministeriali, era affiancato il nominativo di Alfonso Papa. Lo stesso Papa che troviamo nella P4».
Lo stesso? Non proprio: perché non solo non si trattò di un biglietto ma di un nome nella rubrica di un’agenda, ma, soprattutto, non era il magistrato Alfonso Papa bensì un imprenditore pugliese, Vincenzo, col quale Saladino era in rapporti. Forse per De Magistris è un dettaglio irrilevante: se Papa dev’essere che Papa sia. C’è poi un altro punto -diciamo-stravagante. Appena letto di Bisignani come probabile dominus della P4, l’ex pm si tuffa col tradizionale equilibrio: «Se mi hanno scippato le inchieste è grazie lui, il detonatore finale fatto esplodere per colpirmi».
Strano, a Salerno è in corso un processo contro un gruppo di persone accusate (da lui) di aver complottato per fermarlo: di Bisignani, però, nessuna traccia. Esattamente come in Why Not.
Peppe Rinaldi dal quotidiano “Libero”