EBOLI- Tra poche ore la tradizionale “alzata del quadro” segnerà l’inizio dei festeggiamenti dedicati ai SS. Cosma e Damiano caratterizzati da un susseguirsi di appuntamenti liturgici e non, che animeranno il Santuario per tutto il mese fino al prossimo 27 settembre, giorno della tradizionale processione lungo le vie del centro cittadino.
Sarà un pellegrinaggio continuo di credenti e curiosi provenienti da ogni angolo della regione, in molti raggiungeranno il luogo sacro a piedi nudi o impugnando croci e sacre effigi, porteranno in dono le “cente”, offerte votive composte da cento ceri dalle forme più strane, preparate con cura e passione dai gruppi spontanei di fedeli appartenenti alle diverse borgate o ai Comuni vicini. L’attesa cresce e c’è gran fermento sul sagrato e nelle stanze del Rettorato. Questo è un anno particolare, soprattutto per don Enzo Caponigro (nella foto con Benedetto XVI) che da circa sei anni dirige il Santuario. E nell’anno sacerdotale, così come indetto dal Pontefice, don Enzo celebra il cinquantenario della sua ordinazione, ritrovandosi nel luogo in cui celebrò la prima messa.
Cinquant’anni di sacerdozio sulle spalle, ma sul volto e negli occhi la tenacia e l’entusiasmo del primo giorno, di quel lontano 5 luglio del 1959 nel Duomo di Salerno quando monsignor Demetrio Moscato lo investì dell’abito talare consacrandolo a Dio. Don Enzo Caponigro, ordinato sacerdote, varcò per la prima volta la soglia del Santuario dei SS. Cosma e Damiano (nella foto) ad Eboli per celebrare il primo rito religioso, proprio nella sua città. Aveva ventisei anni. A distanza di cinquant’anni se ne ritrova rettore. Un’esperienza intensa questa di don Enzo, testimonianza di una vita vissuta intensamente al servizio della Chiesa e dei suoi fedeli che ha voluto sempre partecipi di piccole e grandi “rivoluzioni”. Un parroco dinamico si rivelò fin da subito, con la sua affabilità e voglia di fare riusciva a catalizzare l’interesse di una comunità sempre più vasta. E così dopo trentasei anni trascorsi nella parrocchia di S. Maria delle Grazie, alla cui costruzione lui stesso contribuì creando un brulicante cantiere di giovani volenterosi, si ritrova oggi a dirigere il Santuario, ad essere responsabile della fede per una particolare comunità di devoti, di coloro che per i Santi medici si prostrano e si pentono in cambio di grazie.
Don Enzo è consapevole della forza spirituale dei due Santi taumaturghi, sa che il popolo dei devoti si riverserà presto nella sua città in occasione della festa che ogni anno ricorre il 26 ed il 27 settembre.
Un’altra avventura per don Enzo Caponigro che dal primo giorno del suo insediamento non è rimasto certo a guardare l’incuria in cui versava la casa del Signore. I mosaici vitrei vengono tirati a lucido, il tetto e la volta stellata rimesse in sesto e restaurate, il Santuario a lungo trascurato torna a splendere di luce propria.
Ma tutto ciò non avrebbe avuto alcun senso per don Enzo senza aver prima recuperato l’originaria chiesetta dei Santi posta lì di fronte. Fu così che si impegnò nel suo restauro, troppo importante per la collettività, punto di riferimento di un culto che va ben oltre i confini locali. Oggi la piccola chiesa dei Santi Cosma e Damiano è aperta ogni venerdì (per esporre il Santissimo) e la domenica per celebrare l’Eucarestia. Ma don Enzo, uomo zelante, coltiva con impegno un sogno: costruire per Eboli, per la sua comunità, per la fede nei Santi martiri la casa del pellegrino. Un desiderio questo che ha portato oggi alla realizzazione di un progetto valido e concreto per la nascita di un centro di prima accoglienza nel cuore del centro storico. Un sogno che continua a coltivare nella speranza che la comunità tutta possa beneficiare del suo passaggio terreno: “tutta la mia vita- scrive don Enzo in un opuscolo redatto per la ricorrenza- è stata dedicata al bene spirituale delle comunità affidatemi, secondo la mia fede, le mie forze e le mie capacità: non ho assunto nessun altro impegno, anche se avrei desiderato dedicarmi a tante altre cose, ma il mio essere prete ha prevalso su tutto. Chiedo perdono per tutto quello che non sono stato”.
Seguendo gli insegnamenti di don Bosco e le parole di Papa Benedetto XVI don Enzo Caponigro continua nella sua missione con lo spirito di un tempo, quello che lo portò a diventare il punto di riferimento per la parrocchia di Santa Croce e San Felice di Torrione a Salerno. La sua prima comunità. Trascorreva con i giovani gran parte del suo tempo, organizzava campi estivi e tornei di calcio. Fondò finanche una associazione scoutistica, amando passeggiare con loro tra i boschi di Acerno e Sicignano degli Alburni. Ma è dal 1961 al 1963 che don Enzo Caponigro fu parroco a Mercato San Severino nella chiesa di San Michele Arcangelo e fu allora che circondato dai giovani avvicinò alla fede gran parte della comunità. Formò il gruppo dei giovani esploratori, organizzò feste di paese, fece sorgere un campo sportivo su un terreno di sua proprietà donato alle attività ricreative dei giovani della parrocchia, che intitolò alla cara sorella Anna. E’ lo spirito di don Bosco che guiderà per lunghi anni le sue azioni, come quelle che ricordano i tanti fedeli della parrocchia di San Bartolomeo Apostolo a Penta, di cui si occupò dal 1963 al 1966. Animò la piccola cittadina organizzando eventi sportivi e musicali che riuscivano a catalizzare l’interesse di tutti, soprattutto delle nuove generazioni, particolarmente attratte dalla festa del Santo patrono, S. Rocco, affollando piazza Armando Diaz per assistere all’esibizione dei grandi della musica italiana. Anni vissuti intensamente e che ancora oggi affiorano piacevolmente tra i ricordi che il parroco custodisce gelosamente e che oggi ha voluto riassumere nel breve opuscolo biografico stampato per i Cinquant’anni della sua missione sacerdotale.
Un libretto in cui figurano pezzi della sua vita condivisa, gli anni da docente di religione e vicepreside della scuola “M.Ripa” di Eboli, al fianco dei genitori cattolici con la nascita di un’associazione per sostenere negli organismi collegiali per il governo territoriale della scuola l’insegnamento cattolico. E poi il ricordo dei tanti raduni bandistici organizzati dal parroco, che fu artefice della nascita della banda musicale dei mini bersaglieri “Città di Eboli”. Poi l’incontro con Benedetto XVI ed il suo impegno nel dialogare con la Chiesa ortodossa. Per assistere i fedeli don Enzo ravvisò la necessità di un contatto con la Chiesa russa. I sacerdoti furono ospitati per assistere la numerosa comunità ortodossa presente e nel tempo il rapporto tra le due Chiese venne a consolidarsi, il prossimo anno don Enzo in rappresentanza del Santuario dei SS. Cosma e Damiano saranno ricevuti dal Patriarcato russo. L’opuscolo che don Enzo dedica al padre Tobia e alla madre Rosaria e che ha deciso di dare alle stampe è una raccolta di testimonianze di stima e riconoscimento che dal Coro interparrochiale alla confraternita della Madonna della Neve a Campagna, sono una perfetta sintesi di quanto intensi siano stati questi suoi primi cinquant’anni di sacerdozio.
Emanuela Carrafiello